"Le prove consentono di appurare la responsabilità dell'imputato al di là di ogni ragionevole dubbio". Così la procuratrice aggiunta Lucia Russo in apertura della discussione, davanti alla Corte d'Assise di Bologna presieduta dal giudice Domenico Pasquariello, nell'ambito del processo che vede imputato l'ex calciatore Giovanni Padovani, accusato del femminicidio della ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, uccisa il 23 agosto del 2022 con calci, pugni, martellate e colpi di panchina.
Per Russo, il delitto avviene "all'esito di una relazione morbosa" e quella di Padovani è una "espressione di volontà padronale", come ha ribadito anche la pm Francesca Rago, e di "asservimento della vittima". Russo ha poi descritto l'agghiacciante omicidio utilizzando le parole rilasciate dai testimoni, mentre in aula la sorella di Alessandra, Stefania Matteuzzi, che mentre maturava il delitto era al telefono con lei, non ha trattenuto le lacrime, piangendo a più riprese.
"Ho visto la donna stessa a terra, inerme - è il racconto di una vicina - con il ragazzo sopra di lei che sollevava una panchina e gliela sbatteva addosso due o tre volte. I capelli biondi della donna sono diventati rosa. Gli ho detto di smetterla di colpirla e lui mi ha risposto 'non ce l'ho con te'. 'Questa mi ha rovinato la vita, mi ha tradito'. Ogni tanto la colpiva al collo con un calcio". E ancora, un altro testimone: "La scena che mi si è presentata davanti è la donna incosciente a terra, e lui che le dava calci sullo zigomo destro. Le sue scarpe si sporcavano di sangue...". Il vicino poi è sceso in strada, allontanando Padovani.
"Il ragazzo sembrava si fosse calmato - ha aggiunto la procuratrice leggendo le parole del vicino - e mi ha chiesto di potersi avvicinare per vedere il suo stato di salute. Ci siamo avvicinati, mi sembrava respirasse, lui giunto a una certa distanza da lei le sferrava un violento calcio in volto. 'Non mi interessa andare in carcere, l'importante è che muoia lei', ha detto subito dopo". Per la pm Padovani non voleva solo uccidere la vittima, ma "cancellarne i suoi connotati, la sua bellezza".
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