"E' un momento molto emozionante
perché oggi, 18 di febbraio, si ricorda un altro 18 febbraio del
1947 in cui il treno con i profughi istriani e dalmati, nel
quale c'erano tanti bambini, si è fermato" in stazione: "in quel
momento in un'Italia profondamente lacerata l'accoglienza per i
nostri esuli non è stata sicuramente sensibile ed è giusto oggi
ricordare quei momenti e quell'esodo di italiani in terra
d'Italia: io credo che sia importante". Così, intervenendo alla
tappa bolognese del viaggio de 'Il Treno del Ricordo-L'esodo
giuliano dalmata', la ministra del Lavoro, Marina Calderone.
Alla stazione di Bologna, insieme ala ministra, anche il sindaco
della Città, Matteo Lepore e il sottosegretario alla presidenza
della Giunta regionale, Giammaria Manghi
"Per me - ha proseguito Calderone - è molto emozionante
perché mia madre è nata in Istria, vicino a Pola nel gennaio del
1940 e non era su quel treno solo ed esclusivamente perché la
mia famiglia di origini venete ha potuto riparare a casa e,
quindi tornare nelle nostre terre. Però - ha argomentato ancora
- per quanto ha vissuto mia nonna, cento anni, non ha mai
dimenticato la paura di quel viaggio di ritorno e, soprattutto,
il dolore per avere lasciato una terra che i miei nonni avevano
eletto come la terra in cui costruire la loro famiglia. Quel
ricordo è rimasto con lei anche nel momento in cui la sua
memoria non le consentiva di ricordare altro". Quindi, ha
aggiunto Calderone, "credo che sia giusto il ricordo di quei
momenti, il ricordo delle persone che hanno vissuto quella
tragedia collettiva e che da italiani dobbiamo impegnarci a non
dimenticare e consentire una riconciliazione per chi ancora oggi
nei suoi documenti riporta in modo incredibile di esser nato in
uno stato straniero quando invece è nato in Italia , in una
terra italiana e la ha dovuta abbandonare solo per la furia e
l'odio delle persone". Il Treno del Ricordo è un treno storico,
messo a disposizione da Fondazione FS Italiane e appositamente
allestito con una mostra multimediale e l'esposizione delle
masserizie degli esuli.
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