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Zuppi, Lepore, De Paz, Lafram insieme per "dare gambe alla pace"

Zuppi, Lepore, De Paz, Lafram insieme per "dare gambe alla pace"

Insieme in un gioco di ruolo guidato da Alessandro Bergonzoni

BOLOGNA, 10 febbraio 2025, 21:37

Redazione ANSA

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"Siamo tutti inisieme per dare gambe alla pace". È questo lo spirito con cui il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, il cardinale arcivescovo, Matteo Zuppi e i leader della comunità ebraica, Daniele De Paz, e dell'Ucoii, Yassine Lafram, si sono scambiati di ruolo. E nei panni degli altri, hanno risposto alle domande, alle volte scomode, di Alessandro Bergonzoni, che ha radunato le quattro personalità attorno al 'Tavolo delle trattative', un'installazione artistica al museo di Palazzo Pepoli realizzata con alcune protesi in disuso di persone che hanno perso gli arti a causa delle mine.
    Bergonzoni ha assegnato a Lafram il ruolo del presidente comunità ebraica, a De Paz, quello di leader della comunità islamica, a Zuppi quello di sindaco di Bologna e a Lepore di arcivescovo della città. Tanti i temi sul tavolo, da quelli più vicini, fino alla guerra in Ucraina e in Medio Oriente. "Se il tram lo vuoi far tu per me non c'è problema", scherza Lepore con Zuppi. "Il tram? No, per carità - replica il presidente della Cei - al tram mi attaccherò, di sicuro".
    "Bisogna mettersi nelle scarpe degli altri", dice Zuppi entrando nel vivo. "Non c'è una linea molto netta tra sacro e profano - aggiunge -. Ci sono molte cose in comune, tra noi". "A questo tavolo - dice Lepore - ci sono leader religiosi che in altre città non potrebbero essere qui. Credo che Bologna in questo possa tracciare la strada".
    "Mettersi nei panni dell'altro non è una cosa da dare per scontata - osserva Lafram- a causa di questa grande polarizzazione che c'è oggi, spesso le persone si allontanano".
    Un pensiero va alla Sinagoga, davanti alla quale "c'è sempre un presidio di forze dell'ordine. Magari la comunità ebraica ci ha fatto l'abitudine, ma anche quello è un problema". "Forse la comunità ebraica potrebbe aiutare i musulmani ad avere una moschea che a Bologna manca", aggiunge.
    "Non sono mesi facili - osserva De Paz - perché purtroppo si è generata alta tensione mentre il dialogo nasce da condizioni di distensione", ma riconosce che i presenti ricercano il confronto.
   

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