L'ispettore generale di Nikolaj
Gogol, uno dei capolavori della drammaturgia russa scritto nel
1836, ma ancora oggi tragicamente attuale, conduce in un mondo
in cui l'ingiustizia e il sopruso dominano l'esistenza: l'opera,
con la regia di Leo Muscato e Rocco Papaleo nei panni del
protagonista, è in scena al Teatro Celebrazioni di Bologna il 14
e 15 marzo alle 21.
L'ispettore generale è una commedia degli equivoci, la cui
trama si basa su un malinteso: Chlestakov (Daniele Marmi), un
giovane e frivolo viaggiatore di passaggio in un paesino
sperduto, viene scambiato per un alto funzionario dello Stato
ingaggiato dallo zar per indagare sulla condotta dei funzionari
cittadini, tutti corrotti. L'equivoco scatena conseguenze
nefaste per i notabili del piccolo villaggio, primo tra tutti il
Podestà (Papaleo), che si troveranno a vivere il giorno più
lungo e tragico della loro esistenza, col timore di venire
smascherati.
Satirico, dissacrante e divertente, il testo di Gogol si
prende gioco delle piccolezze morali di chi detiene il potere e
si ritiene intoccabile; e attraverso la comicità denuncia
l'ipocrisia e la burocrazia corrotta della Russia zarista.
Qualche anno prima della stesura della farsa gogoliana "per
controllare la vita e l'operato dei suoi sudditi - racconta
Muscato - lo zar Nicola I istituisce un nuovo organo di Stato
chiamato Terza Sezione. È una sorta di inquisizione che persegue
e ostacola tutti i liberi pensatori, fra cui Dostoevskij, Puškin
e Gogol stesso. In breve tempo questo sistema scatena un
processo di burocratizzazione della macchina amministrativa e
aumenta esponenzialmente il livello di corruzione fra i
funzionari statali".
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