L'anniversario per la morte di
Marco Biagi "è un momento doloroso, ma nel quale si ricorda un
fedele servitore dello Stato, com'era mio papà". Lo ha detto
Lorenzo Biagi, uno dei due figli del professore di diritto del
lavoro ucciso dalle nuove Brigate rosse 23 anni fa, il 19 marzo
2002, sotto casa sua a Bologna, nel corso della commemorazione
del padre nel luogo dell'omicidio. Insieme a lui, la madre, il
fratello Francesco e la vicesindaca, Emily Clancy. Presenti
anche la sorella del professore, Francesca Biagi con il figlio,
il consigliere comunale della Lega, Giulio Venturi.
Lorenzo Biagi non prova "desiderio di vendetta, che è proprio
una parola che non esiste nel mio vocabolario, nei confronti
degli assassini di mio babbo", ma "neanche odio per coloro che
non hanno voluto dargli la scorta". "Ricordo ovviamente tutti
gli anni, soprattutto ai vertici dello Stato che quando mio
padre chiedeva in continuazione la scorta - aggiunge il figlio
minore del giuslavorista - gli fu detto che non esisteva il
pericolo delle Brigate rosse e questo è imperdonabile, davvero
imperdonabile, perché mio padre non me lo potrà più ridare
nessuno e come ho detto tante volte in questi anni sarebbe
bastata una semplice scorta e mio padre sarebbe ancora qui tra
noi".
L'eredità di Biagi "è ancora viva, più che mai. In tutti
questi 23 anni - sottolinea Lorenzo Biagi - si sono succedute
tante leggi sul mercato del lavoro che in parte hanno ripreso
poi la legge Biagi, soprattutto il Libro bianco che aveva finito
di scrivere nel 2001. E anche questo ovviamente mi fa molto
piacere perché molti degli aspetti cruciali di queste leggi sul
lavoro hanno preso spunto dalla legge Biagi del 2003".
"Mio fratello Marco è ancora vivo - dice la sorella
Francesca - e non bisogna dimenticare che ha dato la vita per
uno Stato che non ha saputo proteggerlo".
La cerimonia in piazzetta Biagi e la successiva biciclettata
dalla stazione alla casa del giuslavorista compongono ormai "un
rito solenne della nostra città", spiega la vice sindaca Clancy
e sono "due modi molto importanti di tenere vivo il ricordo". Il
sindaco Matteo Lepore quest'anno non ha potuto partecipare alla
cerimonia perché impegnato in una missione all'estero.
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