Registro brillante e un turbine di
disastri, malintesi, ilarità e malinconie accompagnano l'omaggio
a Nino Manfredi, autore insieme a Nino Marino, della commedia
Gente di facili costumi in scena al Teatro Duse di Bologna da
domani, 21 marzo fino a domenica 23, interpretata da Flavio
Insinna e Giulia Fiume con la regia di Luca Manfredi, figlio
dell'indimenticato Nino.
Andato in scena per la prima volta nel 1988 con lo stesso
Manfredi nei panni del protagonista, il testo ruota attorno ad
Anna, prostituta disordinata e rumorosa che si fa chiamare
'Principessa' e sogna di diventare giostraia, e Ugo, l'inquilino
del piano di sotto, un intellettuale che vivacchia scrivendo per
la Tv e il cinema ma sogna di fare film d'arte. La vicenda
prende il via la notte in cui Ugo sale al piano di sopra per
lamentarsi con la vicina che lo ha svegliato tornando a notte
fonda e accendendo il giradischi. Come se non bastasse, nella
sua confusione, Anna lascia aperto il rubinetto della vasca da
bagno e allaga irrimediabilmente l'appartamento di Ugo che sarà
costretto, anche a causa di uno sfratto, a trovare rifugio
proprio dalla Principessa.
Con questa convivenza forzata, inizia un confronto/scontro
costellato di incidenti e incomprensioni, ma anche un curioso
sodalizio in cui ciascuno dei due condivide con l'altro ciò che
ha. "Gente di facili costumi - spiegava Nino Manfredi - è una
commedia che sviluppa in maniera paradossale un fondamentale
problema etico. In una società come la nostra, dove tutto si
avvilisce e si corrompe, che valore hanno ancora l'onestà, la
dignità, il rispetto dei più profondi valori umani? Gli ideali
politici difendono gli interessi più strettamente privati. La
creatività e la fantasia sono messi al servizio dell'imbonimento
pubblicitario. E' evidente che viviamo in una società in cui i
valori più elevati vengono svenduti e liquidati, perché il
bello, il buono e il vero sono asserviti all'utile".
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