I precari dell'Università si
mobilitano contro la riforma Bernini, al momento sospesa, che
rischierebbe secondo i ricercatori e i dottorandi di
"moltiplicare le forme precarie di contratti per ricercatori e
ricercatrici" e dicono no al "taglio del finanziamento ordinario
agli atenei". Lo spiega Marco Meliti, dottorando al dipartimento
di Storia dell'Università di Bologna, che fa parte
dell'Assemblea precaria dell'ateneo bolognese. Insieme a lui,
una cinquantina di studenti, dottorandi e ricercatori da questa
mattina stanno protestando di fronte al rettorato, in via
Zamboni 33, a Bologna, e hanno simbolicamente bloccato la porta
con il nastro bianco e rosso.
"Vogliamo raccontare, con una mobilitazione nazionale che
coinvolge altri atenei, le condizioni di precariato sulle quali
si basa l'università italiana oggi - spiega - non solo per noi
che facciamo didattica e ricerca, ma anche del personale
amministrativo dell'ateneo". Sulla stessa lunghezza d'onda anche
Camilla De Ambroggi, ricercatrice in antropologia
dell'Università di Torino, ed ex ricercatrice dell'Università di
Genova e Bologna. "Oggi è la giornata dell'Università - spiega -
e la Crui e il ministero hanno lanciato l'iniziativa 'Università
svelate' per raccontare il patrimonio scientifico e culturale
delle università italiane. Oggi noi vogliamo svelare cosa c'è
dietro ai tanti atenei italiani, ovvero il lavoro precario di
migliaia e migliaia di ricercatori, dottorandi e assegnisti di
ricerca, che hanno contratti breve, senza garanzie, costretti a
cambiare ateneo in cerca di un contratto e che non sanno
assolutamente cosa sarà del loro futuro".
Una protesta, quella dei precari dell'Alma Mater, che ha
ottenuto anche il sostegno di alcuni docenti, che "hanno
spostato le loro lezioni e gli esami in piazza", spiegano i
ricercatori. La giornata di mobilitazione prevede anche un
pranzo sociale in via Zamboni e due momenti di riflessione
sull'impatto della precarietà e della "guerra sulla ricerca in
università e sui modi di opporsi alla guerra e al militarismo in
università". I ricercatori e i dottorandi, infine, chiedono un
momento di riflessione nell'aula magna di Santa Lucia, dalla
quale "siamo stati tenuti ben lontani nel giorno
dell'inaugurazione dell'anno accademico, dalle cariche della
polizia" e stanno organizzando "uno sciopero generale
dell'università per il mese di maggio".
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