BRUXELLES - Il tunnel ferroviario del Frejus che collega l'Italia con la Francia non riaprirà almeno fino al primo trimestre del 2025. Il 31 luglio il dipartimento transalpino della Savoia ha ammesso i ritardi nei lavori di ripristino della linea - colpita da un'enorme frana lo scorso agosto all'altezza del comune di Saint-André - annunciando lo slittamento della riapertura a merci e passeggeri del traforo di confine. Una decisione che non è passata inosservata a Bruxelles, dove gli eurodeputati italiani sono ora in subbuglio e chiedono in modo bipartisan aiuto alla Commissione europea. Dall'intera delegazione della Lega al dem Pierfrancesco Maran, passando per il capogruppo di FdI, Carlo Fidanza, e l'azzurro Massimiliano Salini, gli esponenti italiani all'Eurocamera hanno inviato interrogazioni e lettere all'esecutivo Ue invocando un intervento. "Il grido di allarme degli autotrasportatori", nelle richieste del Carroccio, "non può essere ignorato". Cosa intende fare Bruxelles, chiede Maran a nome del Pd, che sottolinea come "il 60% dell'export di merci italiane" passi "attraverso i valichi alpini" e il Frejus sia una linea "importante delle reti trans-europee di trasporto (Ten-T)" puntando allo stesso tempo il dito contro "l'inerzia del governo". "L'indefinitezza dei tempi per la riapertura della galleria sta arrecando gravissimi disagi e danni economici agli operatori merci del nord-ovest", denuncia anche Fidanza rivolgendosi direttamente alla commissaria Ue responsabile Adina Valean, mentre l'esponente di Forza Italia Salini bolla come "inaccettabile il rinvio alla primavera del 2025". Le autorità della Savoia e la società ferroviaria francese Sncf speravano di poter riaprire il collegamento con l'Italia nell'autunno del 2024. Tuttavia, hanno spiegato illustrando la complessità dei lavori di ripristino per via della ripidità e dell'instabilità della falesia, "le cavità instabili scoperte nella zona centrale del pendio si sono rivelate molto più estese del previsto" e "richiederanno ulteriori lavori": la linea potrà dunque "riaprire nel primo trimestre del 2025 se non si presenteranno nuovi gravi rischi geologici".
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