L'Europa deve essere "al tavolo dei negoziati per la pace in Ucraina", anche perché non ci sarà "un'attuazione dell'accordo, qualunque esso sia", senza il Vecchio Mondo e, naturalmente, il popolo ucraino. Inoltre, l'Europa sul tema ha probabilmente "una prospettiva più chiara" rispetto a chi vive "lontano", dall'altra parte dell’Oceano. Ne è convinta l'alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, che ha articolato il suo pensiero nel corso di un'intervista con la European Newsroom di cui l'ANSA fa parte.
In generale, secondo l'ex premier estone, l’Unione Europea deve restare unita, visibile e al centro delle decisioni globali perché i valori come pace e democrazia sono in parte "sotto attacco", per esempio attraverso la disinformazione mirata. Kallas ha ad ogni modo definito l'incontro con il vicepresidente Usa JD Vance come "molto produttivo" e l'alto rappresentante ha voluto evidenziare che l'esito dei colloqui di pace "influenzerà profondamente il nostro continente". "Gli Usa ci chiedono quale sia la nostra visione e questo è fondamentale per costruire una strategia comune", aggiunge.
"Nei prossimi giorni - ha precisato - incontrerò il segretario di Stato Marco Rubio e avrò colloqui con il generale Keith Kellogg, inviato speciale per l’Ucraina, e Mike Waltz, consigliere per la Sicurezza Nazionale: l’obiettivo è rafforzare le relazioni con la nuova amministrazione". E magari persino metterli in guardia. "Mosca non vuole la pace, sta seminando trappole, e noi dobbiamo essere vigili. L’Europa deve essere ascoltata: non si può decidere senza di noi, perché siamo noi a dover attuare gli accordi".
E' certo però che da Washington arrivano messaggi a volte contradditori o sopra le righe, come la proposta di Donald Trump di trasformare Gaza nella riviera del Medio Oriente. "Sì, vediamo queste dichiarazioni benché non sempre rispondiamo", ha notato esortando però a concentrarsi su quello che gli Usa "fanno" piuttosto di ciò che dicono. "Gaza è parte integrante del futuro Stato palestinese e ogni acquisizione territoriale sarebbe illegale", nota. "Dopo il cessate il fuoco dobbiamo costruire una pace sostenibile: questo include affrontare la questione della governance di Gaza e assicurare servizi essenziali alla popolazione palestinese, bloccati da Israele". L’Europa, in quanto maggiore sostenitore e donatore, "deve essere presente al tavolo" ed è anche nell’interesse "degli attori regionali". "Una Gaza stabile è cruciale ma non deve mai più diventare un rifugio per terroristi", conclude.
Rispondendo ad una domanda sulla possibilità che l'Ue rimpiazzi gli Stati Uniti dopo il blocco di Usaid Kallas ha detto: "Non riempiremo automaticamente il vuoto lasciato dagli Usa sullo sviluppo internazionale, sia per una questione di fondi che di opportunità". "E' il momento - argomenta però - per rafforzare il nostro potere geopolitico e dunque dobbiamo rendere i nostri aiuti più visibili, sia ai destinatari che ai cittadini europei, perché non sanno ad esempio che siamo i primi sostenitori finanziari dell'autorità palestinese, non i Paesi arabi".
Infine una riflessione sulla disinformazione. Le elezioni presidenziali rumene sono state annullate proprio per questo ma è un fenomeno che riguarda "tutta l’Europa". "Stiamo monitorando e smascherando le campagne maligne, promuovendo l’alfabetizzazione digitale, specialmente tra le generazioni più anziane, che sono più vulnerabili". "Il Digital Services Act è uno strumento chiave: impone alle piattaforme di agire contro contenuti illegali. Ma dobbiamo accelerare l’applicazione di queste regole per proteggere la nostra democrazia, sempre più sotto attacco".
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