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Il codice disinformazione Ue entra nel quadro delle regole sui servizi digitali

Il codice disinformazione Ue entra nel quadro delle regole sui servizi digitali

Sarà considerato come misura di mitigazione del rischio per le grandi piattaforme

Bruxelles, 13 febbraio 2025, 13:26

Redazione ANSA

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Il codice disinformazione Ue entra nel quadro delle regole sui servizi digitali © ANSA/EPA

Il codice disinformazione Ue entra nel quadro delle regole sui servizi digitali © ANSA/EPA

BRUXELLES - Stretta Ue contro la disinformazione online: la Commissione Ue e il Consiglio europeo per i servizi digitali hanno approvato l'integrazione del Digital service act, le regole europee sui servizi digitali, con il Codice di condotta volontario sulla disinformazione. Il codice sarà punto di riferimento nella valutazione della conformità delle piattaforme online al Dsa. Aderirvi, in altre parole, sarà ritenuto misura di mitigazione del rischio da parte di quanti sono stati designati come grandi piattaforme o grandi motori di ricerca ai sensi delle norme Ue. Aderiscono già al codice aziende come come Google, Meta, Microsoft e TikTok. 

Il codice sulla disinformazione prevede alcune aree di intervento per mitigare i rischi di disinformazione: si riducono tra l'altro gli incentivi finanziari per coloro che diffondono disinformazione. Si migliora l'etichettatura per aiutare gli utenti a riconoscere la pubblicità politica. Si vogliono ridurre gli account falsi, l'amplificazione guidata da bot, deep fake dannosi e altri comportamenti manipolativi. E vengono potenziate le attività di utenti, ricercatori e comunità di fact-checking.

La Commissione e il Consiglio hanno raccomandato alle piattaforme firmatarie di finalizzare tempestivamente il previsto sistema di risposta rapido per coprire tutte le elezioni e le crisi nazionali e di implementarlo in modo efficace. La conversione del Codice entrerà in vigore dal 1° luglio 2025, rendendo gli impegni verificabili da tale data.

Il Codice di condotta sulla disinformazione è stato istituito per la prima volta nel 2018 come iniziativa volontaria e autoregolamentata da piattaforme online, aziende tecnologiche leader e attori del settore pubblicitario. Attualmente conta 42 firmatari.

Si tratta di una "importante pietra miliare nel rafforzamento del quadro normativo dell'Ue nella lotta alla disinformazione", sottolinea la vicepresidente della Commissione europea Henna Virkkunen. "Con la conversione, i firmatari dimostrano il loro impegno a garantire uno spazio online sicuro per tutti", segnala il commissario per la Giustizia Michael McGrath.
   

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