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La Romania esclude un altro candidato dell'ultradestra

La Romania esclude un altro candidato dell'ultradestra

Dopo Georgescu, fuori anche Sosoaca. In corsa il leader di Aur

BRUXELLES, 17 marzo 2025, 08:29

Michele Esposito

ANSACheck
La Romania esclude un altro candidato dell 'ultradestra © ANSA/EPA

La Romania esclude un altro candidato dell 'ultradestra © ANSA/EPA

BRUXELLES - Dopo Calin Georgescu, Diana Sosoaca. Le presidenziali del 4 e 18 maggio in Romania, per l'ultradestra potrebbero trasformarsi in un miraggio. Al clamoroso stop dell'Alta Corte a Georgescu, dopo l'annullamento del primo turno delle presidenziali vinte dallo stesso outsider, è seguito il niet della commissione elettorale a Sosoaca, avvocato ed eurodeputata celebre per le sue teorie No Vax e per aver sventolato a Strasburgo, il volto di Gesù mentre indossava una museruola per cani e urlava contro Ursula von der Leyen. A questo punto la galassia dell'estremismo filo-russo dovrà puntare tutto su George Simion, il leader dell'Alleanza per l'Unione dei Romeni, (Aur) che oggi ha annunciato di essere stato parzialmente ammesso alla corsa elettorale.
La decisione finale dell'Alta Corte, ha spiegato, è prevista per martedì. Se il responso finale sarà positivo Simion avrà una occasione forse irripetibile, quella di far convogliare su di sé i voti di un'ultradestra che, in Romania, è data in costante ascesa. Il partito da lui guidato, Aur, è stato la prima formazione estremista a catturare le attenzioni di media ed elettori dentro e fuori il Paese balcanico. Fondato dallo stesso Simion nel 2019, nazionalista ed euroscettico, Aur alle ultime elezioni parlamentari ha sfondato la soglia del 18%, diventando il secondo gruppo dopo il i Socialdemocratici. All'Europarlamento ha conquistato 6 seggi, entrando successivamente nei Conservatori di Giorgia Meloni. Simion è il vice presidente dell'Ecr Party. E proprio dai Conservatori è arrivato un netto endorsement al candidato romeno: "Qualsiasi tentativo di escludere gli avversari politici attraverso manovre amministrative o giudiziarie è una grave violazione dei principi democratici", ha attaccato Ecr. Xenofobo, pro-Trump, No Vax, promotore dell'annessione della Moldavia - nella quale non può mettere piede -, Simion è il ritratto del leader dell'ultradestra del momento. Nella quale ha tuttavia un nemico, Viktor Orban, a causa degli slogan nazionalisti e anti-ungheresi di Aur. Anzi, è stato proprio l'ingresso dei romeni in Ecr a mettere la pietra tombale sulle voci dell'unione, in Europa, di Meloni con il premier ungherese.
In politica estera, Simion è nettamente anti-ucraino. Non solo: negli anni scorsi è stato più volte accusate di spionaggio filo-russo. Ed è stata proprio l'ingerenza di Mosca a determinare di fatto, prima l'annullamento del primo turno delle presidenziali vinte da Georgescu (Simion si fermò al quarto posto) e poi lo stop alla candidatura di quest'ultimo. Dopo Georgescu, l'ultradestra sabato ha perso anche la candidata Sosoaca, leader di un altro, giovane, partito estremista: S.O.S Romania. Lo stop all'eurodeputata è giunto non solo per le sue ripetute dichiarazioni filo-russe ma anche per le sue tesi che, secondo la commissione elettorale, non rispettano i principi della Costituzione romena. Gli stop ai due candidati hanno tuttavia incancrenito un ambiente politico già segnato dal moltiplicarsi di teorie cospirative. Allo stesso tempo, tuttavia, a Bucarest è scattato l'allarme tra le formazioni europeiste di centrodestra e centrosinistra, che insieme il 4 maggio sosterranno il liberale Crin Antonescu. Sabato in migliaia sono scesi in piazza per mostrare il proprio sostegno all'Ue. A prescindere dai candidato la sfida alle presidenziali sarà quella tra chi vuole restare nell'alveo dell'Europa e chi invece vuole seguire le orme di Slovacchia e Ungheria.
   

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