BRUXELLES - L'Europa reagisce ai dazi del 25% su acciaio e alluminio imposti da Donald Trump: la Commissione europea ha annunciato una riforma immediata delle misure di salvaguardia sull'acciaio, che entrerà in vigore dal 1° aprile.
Come parte del suo piano per il settore, Bruxelles presenterà inoltre entro il terzo trimestre dell'anno nuove tutele commerciali a lungo termine destinate a sostituire le attuali salvaguardie sull'acciaio dal 1° luglio 2026, al fine di contrastare il dumping delle importazioni da Paesi terzi aggravato dai dazi. L'esecutivo dell'Unione europea è pronto ad adottare strumenti di difesa commerciale anche per l'alluminio, avviando un'indagine sulle misure di salvaguardia.
"Un'industria siderurgica e metallurgica forte in Europa è fondamentale per garantire la sicurezza Ue nell'attuale contesto geopolitico e per realizzare il piano Readiness 2030", la roadmap Ue per rafforzare la capacità di difesa entro il 2030, evidenzia l'esecutivo di Ursula von der Leyen ricordando il ruolo strategico dell'acciaio e dei metalli per l'economia continentale, con un impatto diretto su settori chiave come automotive, tecnologia pulita e difesa. Il settore "si trova a un punto di svolta critico" tra "costi energetici elevati, concorrenza globale sleale e la necessità di investimenti per ridurre le emissioni di gas serra", avverte Bruxelles, ribadendo come come maxi-sussidi "non di mercato alle sovraccapacità globali e dazi ingiustificati sull'acciaio e l'alluminio Ue possono avere un impatto negativo".
Il piano punta innanzitutto a garantire un "approvvigionamento energetico accessibile e sicuro" per il settore, tenendo conto che i costi dell'energia incidono maggiormente sulla produzione dei metalli rispetto ad altri comparti. L'Unione europea promuove pertanto l'uso di contratti d'acquisto di energia (Ppa) e incentiva gli Stati membri a sfruttare la flessibilità fiscale e le tariffe di rete ridotte per attenuare la volatilità dei prezzi dell'elettricità. Inoltre, favorisce un accesso più rapido alla rete per le industrie ad alta intensità energetica e sostiene l'incremento dell'uso di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio nel settore. Sul fronte green, per evitare che le industrie spostino la produzione in Paesi con normative ambientali meno severe, entro l'anno Bruxelles proporrà un aggiornamento del Cbam (il meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera), ampliandone l'applicazione ad alcuni prodotti derivati dall'acciaio e dall'alluminio e introducendo nuove misure anti-elusione per prevenire tentativi di aggirare le regole.
La Commissione Ue punta inoltre a fissare obiettivi per l'uso di acciaio e alluminio riciclati in settori chiave e a valutare misure commerciali sui rottami metallici. Sul fronte dei finanziamenti, nel biennio 2026-2027 l'esecutivo comunitario stanzierà 150 milioni di euro attraverso il Fondo di ricerca carbone e acciaio, a cui si aggiungeranno 600 milioni dal programma Horizon Europe parte del Clean Industrial Deal. Guardando oltre, l'obiettivo è raccogliere 100 miliardi di euro dalla Banca per la decarbonizzazione industriale, sfruttando il Fondo per l'innovazione e altre risorse esistenti. Nel 2025 partirà un'asta pilota da 1 miliardo mirata a decarbonizzare ed elettrificare i principali processi industriali.
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