BRUXELLES - "Nessun altro leader europeo, a parte l'ungherese Viktor Orbán, avrebbe ricevuto un'accoglienza così calorosa: giovedì la premier italiana Giorgia Meloni si è ritrovata a Washington, ospite di Donald Trump alla Casa Bianca, in un territorio familiare", ma gli elogi ricevuti dal presidente americano - che l'ha definita 'una dei leader più grandi del mondo' - "non riflettono la difficile partita a scacchi in cui è impegnata la leader italiana, sostenuta solo a metà dall'esecutivo Ue e consapevole di questa fragile solidarietà europea, in quanto incarna una piccolissima fazione pro-Trump tra i Ventisette". Lo scrive il quotidiano belga Le Soir in un articolo online dal titolo 'Giorgia Meloni, apripista alla Casa Bianca".
A Washington "regnava un marcato ottimismo" riguardo alla possibilità di un accordo sui dazi tra gli Usa e l'Unione europea, "un compito senza dubbio agevolato dalla 'favorita' italiana di Trump, il quale detesta invece la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e si rifiuta d'incontrarla", sottolinea il quotidiano belga, aggiungendo che le dichiarazioni di Trump - secondo cui l'intesa può essere raggiunta al 100% - "rappresentano i primi segnali positivi" dal Liberation Day del 2 aprile.
"Giorgia Meloni, però, ha ben poco margine di manovra - scrive Le Soir -: la 48enne leader del movimento nazional-conservatore Fratelli d'Italia, dichiaratamente vicina alle posizioni social-conservatrici dell'amministrazione Trump, ha chiarito di non avere le prerogative per negoziare a nome dell'Unione europea, ma che una 'conversazione franca' potrebbe aprire la strada all'auspicato compromesso".
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