(di Michele Esposito)
I controdazi europei potrebbero
colpire beni americani per cento miliardi di euro nel caso i
negoziati tra le due sponde dell'Atlantico fallissero. La
Commissione europea, dopo giorni di studio lontano dai
riflettori, ha preparato la sua "pistola" da mettere sul tavolo
dei colloqui con l'amministrazione Trump. Il tempo stringe, le
affermazioni del presidente americano continuano a non
rassicurare Bruxelles, e Ursula von der Leyen non può
permettersi di non farsi trovare pronta in caso di "no deal". Un
ipotesi che, a Palazzo Berlaymont, nessuno si augura ma nessuno,
allo stesso tempo, può escludere con certezza.
Mercoledì, ai Rappresentanti Permanenti dei 27 Paesi membri,
sarà quindi brevemente illustrato il piano che la Commissione ha
in cascina per rispondere agli eventuali dazi reciproci -
verticali e orizzontali - di Washington. La lista dei prodotti
da colpire sarà oggetto di una consultazione supplementare con
le capitali, da concludere nel giro di un mese. Il valore delle
merci statunitensi che l'Ue potrebbe colpire è stato tuttavia
rivelato dall'agenzia Bloomberg: cento miliardi di euro, ovvero
circa 113 miliardi di dollari. Il pacchetto è destinato a essere
utilizzato solo se gli sforzi in corso per evitare i dazi Usa
del 20% dovessero fallire, ed è slegato dalle contromisure messe
in campo dalla Commissione per rispondere alle tariffe americani
su acciaio e alluminio e congelate lo scorso dieci aprile per
tendere la mano al negoziato con gli Usa. Un negoziato che, al
momento, prosegue soprattutto a livello tecnico: a volare
Oltreoceano è questa volta la numero uno della Direzione
Generale Commercio, Sabine Weyand per colloqui che, al momento,
non sono né politici né formali.
Qualcosa potrebbe muoversi nei prossimi giorni. L'Ue,
infatti, non sta preparando solo il suo bazooka in caso di
guerra commerciale, ma sta anche delineando l'offerta per andare
incontro alle richieste di Donald Trump. Parlando alla Plenaria
dell'Eurocamera il commissario al Commercio Maros Sefcovic ha
illustrato i punti cardine della proposta: tariffe zero per zero
per tutti i beni industriali, compresi i settori strategici come
le automobili e le parti di automobili; un impegno congiunto per
affrontare le sovraccapacità globali in settori industriali
strategici, come l'acciaio e l'alluminio; una maggiore
resilienza delle catene di approvvigionamento dell'Ue e degli
Usa in settori quali i semiconduttori e i prodotti farmaceutici;
il ritorno ad un commercio transatlantico senza barriere.
"Ora è necessario che gli Stati Uniti dimostrino la loro
disponibilità a compiere progressi verso una soluzione equa ed
equilibrata", ha spiegato Sefcovic garantendo che, di fronte ai
"venti contrari" dell'Atlantico, l'Ue tuttavia non può restare
ferma.
Se le sei indagini in corso a Washington portassero "a
tariffe ingiustificate, sarebbero colpiti altri 170 miliardi di
euro di esportazioni dell'Ue verso gli Stati Uniti.
Complessivamente, circa 549 miliardi di euro di beni, ovvero il
97% del totale dell'export verso gli Usa" sarebbe danneggiato,
ha rimarcato il commissario Ue. Cifre mostruose che stanno
portando Bruxelles ad accelerare la ricerca di partner
alternativi. Puntando ai Paesi del Golfo e al Sud-Est Asiatico
innanzitutto, ma guardando anche in casa propria: il 19 maggio a
Londra si terrà un vertice Ue-Regno Unito che, nel quartiere
europeo, giudicano importantissimo.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA