Rispunta in Europa l'idea di disaccoppiare il prezzo dell'energia elettrica da quello del gas. La Commissione europea sta valutando l'opzione in vista del piano sull'energia a prezzi accessibili atteso il 26 febbraio. Come misure di breve termine per "ridurre i costi dell'energia sul breve termine", Bruxelles sta studiando come "incentivare il disaccoppiamento delle bollette energetiche al dettaglio dagli alti prezzi dei combustibili fossili", come "affrontare le parti non energetiche delle bollette" - ovvero, l'Iva e le tasse - e come "migliorare la supervisione e la concorrenza sui mercati del gas, per garantire i prezzi migliori per i consumatori".
Le misure al vaglio sono state anticipate dal commissario responsabile per il piano, Dan Jorgensen, in un intervento al forum del Financial Times dedicato all'energia. "Sfrutterò ogni strumento ed esplorerò ogni strada per ridurre i costi dell'energia nel breve termine", ha assicurato il commissario danese, precisando che nel piano ci saranno anche "decisioni strutturali a lungo termine, che ci rendano davvero pronti per il futuro".
Bruxelles aveva già studiato il disaccoppiamento dei prezzi durante la fase più critica della crisi energetica scaturita dalla guerra di Russia in Ucraina. La misura - strappata solo da Spagna e Portogallo come 'eccezione iberica' dopo una complessa trattativa - era infine stata accantonata nella riforma del mercato elettrico varata nel 2022.
Stando a un documento inviato ai Paesi Ue, la Commissione Ue è convinta che i prezzi del gas resteranno "leggermente più alti in media nel 2025" rispetto all'anno scorso, prevedendo che nel corso dell'anno i prezzi all'ingrosso si mantengano tra i 40 e i 50 euro al megawattora. I mercati del gas, si legge, saranno "fragili" per alcuni mesi dopo la fine dell'accordo per il transito del gas tra Russia e Ucraina. Secondo l'esame Ue, i prezzi del gas per l'industria europea rimangono "quasi cinque volte più alti" rispetto agli Stati Uniti.
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