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Roma incalza l'Ue: 'Agire subito sul caro energia'

Roma incalza l'Ue: 'Agire subito sul caro energia'

Pichetto a Bruxelles. Al tavolo dei 27 ministri anche il nodo dell'autonomia da Mosca

21 marzo 2025, 19:06

Redazione ANSA

ANSACheck
Roma incalza l 'Ue:  'Agire subito sul caro energia ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Roma incalza l 'Ue: 'Agire subito sul caro energia ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dal disaccoppiamento dei prezzi dell'energia elettrica dal mercato del gas alla diffusione dei contratti a lungo termine per favorire le energie verdi: le misure, non vincolanti, annunciate a fine febbraio da Palazzo Berlaymont per affrontare il caro bollette vanno nella giusta direzione ma per l'Italia non è abbastanza. Serve, innanzitutto, rapidità. "Il Clean Industrial Deal e il piano d'azione per l'energia a prezzi accessibili sono misure positive ma danno risultati nel medio e nel lungo periodo", ha scandito il ministro dell'Ambiente e la sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, durante la riunione dei ministri dell'energia incalzando Bruxelles a presentare con urgenza "interventi in grado di abbassare i prezzi nel breve periodo".

Presi i contatti con i tecnici dell'esecutivo europeo "per condividere le nostre idee", Pichetto ne ha discusso in settimana a Bruxelles con i commissari per il clima, Wopke Hoekstra, e l'energia, Dan Jorgensen, e con i vice presidenti Raffaele Fitto e Teresa Ribera. Anche se - lo ha chiarito Jorgensen al termine della riunione - per la Commissione il "modo più veloce" per abbassare i prezzi in bolletta sono le tasse sull'energia, la cui imposizione resta una decisione in capo ai governi nazionali. E non è una scelta che Bruxelles può fare per loro. Come abbassare i costi in bolletta "è il tema dei temi: siamo in una condizione in cui, con questa formula di determinazione del prezzo a livello europeo, abbiamo il gas che produce il 40% della nostra energia e pesa nel determinare il prezzo per il 70-95%. Questa è una stortura che si porta anche dietro una spinta inflattiva sul prezzo delle rinnovabili", ha spiegato il titolare del Mase parlando ai cronisti dopo la riunione con gli omologhi auspicando "un'azione che parta dalla considerazione del prezzo del gas".

Chiude inoltre alla possibilità, in caso di una pace tra Russia e Ucraina, di aumentare le forniture di gas russo, smentendo le dichiarazioni diffuse nelle scorse settimane. L'Italia non ha "bisogno del gas russo. Siamo il Paese che si è totalmente affrancato dalla Russia e infatti negli ultimi anni attraverso Tarvisio abbiamo avuto qualche afflusso di gas" dalla Russia "che abbiamo girato all'Austria: questo dimostra la nostra completa indipendenza", ha chiarito. "E' chiaro che se a livello mondiale si arriva alla pace cala anche il prezzo del gas naturale liquefatto che proviene dagli Stati Uniti: si crea un nuovo equilibrio, ma il nuovo equilibrio è un equilibrio sul mercato di scambi (il Ttf), non è legato al fatto singolo", ha evidenziato. Un equilibrio che dipende anche "dalla quantità dell'offerta a livello mondiale, dove pesa anche la crescita della domanda nei Paesi asiatici, soprattutto la Cina". "Questo - ha osservato - ha come conseguenza anche la speculazione perché se minore la quantità di gas che arriva all'Europa, maggiore è il prezzo".

A scandire la riunione tra i ministri l'incontro tra il ministro ungherese degli Esteri Peter Szijjarto, e il ministro ucraino dell'Energia, German Galushchenko, promosso dalla Commissione Ue per facilitare il dialogo tra le due parti dopo che a fine anno è scaduto il contratto per il transito del gas russo via Ucraina verso l'Europa, di cui Budapest era tra i maggiori beneficiari. Le parti restano distanti su alcuni fronti. Kiev resta ferma a non voler riaprire il transito del gas russo così come l'Ue resta impegnata a presentare "presto" la sua tabella di marcia per la piena indipendenza da Mosca, da cui Bruxelles ancora importa il 13% delle proprie forniture di gas. Caro prezzi e indipendenza da Mosca sono stati i principali temi in agenda della riunione, con la Germania che ha lanciato un duplice avvertimento: l'Ue da sganciarsi dal cul de sac energetico russo senza gettarsi completamente tra le braccia del fonti degli Stati Uniti di Donald Trump.

Diverse capitali, inoltre, si sono confrontate sulla proposta di Bruxelles di prorogare fino al 2027 l'obbligo per gli Stati membri di riempire al 90% gli stoccaggi di gas entro il primo novembre di ogni anno. Una misura di emergenza introdotta nel 2022 per far fronte alle conseguenze energetiche della guerra di Russia in Ucraina che scadrà a fine anno. La proroga è ora sul tavolo dei governi, e sulla Commissione è alto il pressing di diversi Paesi membri per ottenere più flessibilità. Una flessibilità a cui punta anche l'Italia che incalza ad agire con "tempestività" sulla proposta ed "evitare speculazioni che hanno generato alti valori dello spread tra tra i prezzi invernali ed estivi". 

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