(di Francesco De Filippo) Un po' come avviene per una parte della cultura orientale, a noi occidentali sfuggono tanti - leggeri o a noi non significativi - elementi, oggetti.
Accade anche per la mostra "Confucius", in 4 lingue (italiano, inglese, spagnolo, cinese) al Civico Museo d'Arte Orientale, della artista argentina, María Sánchez Puyade, carica di suggestioni, tradizioni, pregnante di cultura e citazioni.
Confucius è il
nome inglese di Confucio, di derivazione latina.
Mostra bella e complessa (fino a ottobre): non fosse altro
che, per il difficile, ma riuscito, tentativo di spiegare
Confucio. Puyade si serve di un intermediario, un traghettatore
controverso, grande e non facile: Ezra Pound che alla cultura
cinese e al filosofo e politico del VI secolo a.C., dedicò
studio, tempo ed energie e che tradusse in italiano e in
inglese.
Bisogna vedere oltre la apparente semplicità dei kimono, dei
35 telai rotondi con ricami di ideogrammi e paesaggi. Tanti sono
i piani di lettura. A cominciare dal fatto che i kimono e i
ricami li ha realizzati la stessa artista e non sono casuali, ma
frutto di 5 anni di letture di Confucio e Pound. Basta esaminare
il logo della mostra per rendersi conto di quanta sapienza e
riflessione ci sia dietro quell'oggetto rotondo con fili a
raggiera e buco al centro. "Raffigura una moneta - spiega Maria
Sanchez Puyade - Pound era contrario all'usura; la moneta
rappresenta un elemento giusto, di giustizia sociale. Anche per
questo ha la forma di un occhio". E' l'occhio guarda diritto al
cuore.
Confucio non ha mai scritto, recuperò testi di un millennio
prima che erano la base della cultura cinese; i suoi discepoli,
duemila anni fa circa, avrebbero scritto i suoi insegnamenti.
"Il suo è un messaggio di pace e di cammino interiore con un
impatto collettivo - spiega ancora l'artista - una filosofia per
stare nel mondo: era ciò che Pound voleva valorizzare, per
questo tradusse, tra gli altri, il Dàxué, che riteneva il
testamento di Confucio", una breve storia della Cina dal 500
a.C. a oggi. Quello stare al mondo che pochi potevano insegnare:
per il poeta, Jefferson prima e Mussolini poi.
Mentre si ammirano i lavori dell'artista, tra oggetti
d'epoca, libri quasi introvabili, e la preziosa riedizione in
risografia del Dàxué, legata con fili di seta, si ascoltano
nelle 4 lingue e si possono vedere proiettati incontri come
quello tra Mary de Rachewiltz (figlia di Ezra Pound) e
l'artista.
Esaminare con cura: il semplice ricamo non è una modalità
d'illustrare un paesaggio, un evento né un passatempo: è la
struttura profonda del linguaggio, la trasformazione del vuoto
di una superficie semplice. Non la si abbellisce, la si perfora
per percorrerla, in entrambi i lati, per capire che c'è sotto.
Sanchez Puyade li ha realizzati con tecniche olio o matita "in
momenti di profonda meditazione e studio, quando le parole con
cui nominiamo le cose vengono comprese e il linguaggio diventa
generativo". Un processo forse più facile con gli ideogrammi.
Infine, la tigre, che raffigura l'imperatore e tanto altro.
"Chi resta sereno di fronte a una tigre può arrivare al proprio
scopo, nell'ora destinata", aveva indicato Pound.
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