E' un richiamo alle "regole
della convivenza civile" quello che ha voluto fare il sindaco di
Monfalcone, Anna Maria Cisint, finita al centro delle polemiche
politiche per aver definito "inaccettabile" la tradizione dei
cittadini musulmani residenti nel suo Comune di fare il bagno
vestiti nelle spiagge di Marina Julia e Marina Nova. "L'Italia
conosce la mia battaglia, che non è quella 'del costume da
bagno', quanto della dignità dei miei concittadini e della mia
città da tutti i punti di vista, della sicurezza, del lavoro,
della convivenza sociale", precisa il sindaco.
"Sono consapevole che ogni volta che affronto un problema
concreto della mia città che tocca anche la comunità musulmana
si sollevano polemiche pregiudiziali di uno pseudo politically
correct che vorrebbe che le questioni anche spinose, come in
questo caso, si nascondessero come la polvere sotto il tappeto o
la testa sotto la sabbia", fa sapere il sindaco Cisint con un
comunicato. Il primo cittadino di Monfalcone non solo accusa i
suoi predecessori di aver ignorato il problema ma definisce
superficiali i media che hanno criticato il suo operato senza
conoscere a fondo la realtà di Monfalcone.
"Se non ci fossero stati infingimenti e ipocrisie e se le
esigenze di manodopera di Fincantieri, che nessuno nega, fossero
state governate correttamente con paghe consone e specifica
formazione e senza lo sfruttamento massiccio di poveri immigrati
dei Paesi più poveri del mondo per arricchire un sistema
privilegiato di subappaltatori, non ci saremmo ritrovati un
territorio devastato nel mercato del lavoro - prosegue il primo
cittadino - nelle abitazioni, nei servizi sanitari, nelle
scuole, nel sociale".
"Come sindaco mi sono trovata a risolvere questa condizione -
aggiunge Cisint -, l'ho fatto e lo sto facendo non con
l'autoritarismo di stampo fascista, come da sinistra mi si
accusa, ma con il consenso plebiscitario dei miei concittadini e
con la sensibilità umana che mi ferisce il cuore ogni momento in
cui constato quanta violenza è stata fatta consentendo
determinate condizioni economiche e di vita nell'impiego senza
diritti di molti stranieri".
"Oggi Monfalcone è l'ottava città italiana per maggior
presenza in percentuale di stranieri sulla popolazione
residente, stranieri che hanno largamente superato il limite di
tollerabilità per l'occupazione di abitazioni e fruizione dei
servizi per una città di quasi 30 mila abitanti, che non ha
neppure le strutture per affrontare questa ospitalità", prosegue
il sindaco Cisint che chiede "il rispetto di regole di
convivenza civile a cui la città e io stessa non intendiamo
rinunciare, così come non intendiamo rinunciare a un nuovo
modello produttivo".
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