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Flash mob a Monfalcone, 200 in spiaggia per il bagno vestiti

Flash mob a Monfalcone, 200 in spiaggia per il bagno vestiti

La sindaca Cisint: 'Manifestazione boomerang, la mia battaglia è per decoro e dignità'

TRIESTE, 24 luglio 2023, 09:19

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' stata una manifestazione "pacifica, festosa e molto partecipata" quella organizzata questa mattina dall'Associazione Monfalcone Interetnica (Ami) a Marian Julia, dove circa 200 persone hanno fatto il bagno in mare vestite.

Si è trattato di un gesto di protesta contro le dichiarazioni del sindaco, Anna Maria Cisint, che nei giorni scorsi aveva definito "inaccettabile" l'uso della comunità musulmana locale, molto numerosa, di stare in spiaggia e nuotare vestiti.

"E' andato tutto molto bene. Siamo riusciti a creare una partecipazione interetnica: al flash mob hanno preso parte tanti uomini e donne e anche qualche famiglia con bambini. C'erano sia cittadini italiani sia bengalesi residenti a Monfalcone e l'iniziativa ha messo in relazione i diversi gruppi", ha spiegato il consigliere regionale di Patto per l'Autonomia, Enrico Bullian, che ha preso parte alla protesta insieme ad altri consiglieri regionali del Pd, del M5S e di tutto il centro sinistra.

Insieme a loro c'erano alcuni amministratori locali eletti nelle file del centro sinistra a Monfalcone, come Sani Bhuiyan, nel direttivo di Ami e consigliere comunale del Pd, oltre che consiglieri comunali di San Canzian, Turiacco e Palmanova. Tra loro, anche il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti. "Le questioni vere di Monfalcone riguardano l'integrazione, il lavoro, la salute sui quali serve un'azione congiunta tra istituzioni - dice - non certo i costumi da bagno che Cisint ha strumentalizzato".
"Anziché insistere su posizioni puramente propagandistiche, si pensi ad attivare una vertenza assieme ai sindaci del territorio e alla Regione nei confronti del governo nazionale sul modello organizzativo e sul lavoro in appalto in Fincantieri - prosegue Moretti - : fa piacere che se ne accorga dopo sei anni che governa la città. La vicenda dei costumi da bagno è un diversivo per non parlare di questo e di altri problemi che invece interessano molto di più il nostro territorio, dalla mancanza dei medici di famiglia al personale che le industrie di Monfalcone in primis non riescono a reclutare".

Immediata la replica del primo cittadino di Monfalcone. "La manifestazione boomerang della sinistra monfalconese è l'ennesima dimostrazione dell'isolamento di una protesta sistematica alle decisioni del Comune, una sinistra che si limita sempre più a una marginalità di attivisti militanti e non riesce ad attrarre le folle annunciate nei comunicati della vigilia", ha detto la sindaca Anna Maria Cisint. "La città ha capito che la mia battaglia non è quella dei costumi da bagno ma quella del decoro e della dignità rivendicata dalla nostra comunità - ha ribadito - che anche nella scelta di entrare in acqua completamente vestiti ha però un simbolo che è la punta di un iceberg che è fatto di una lunga stagione di alterazione della convivenza civile che tocca il lavoro, la salute, il sociale, l'abitare e che ha come sottofondo il rifiuto a quelle pratiche più retrive che riportano a una visione dei comportamenti umani e della vessazione verso le donne che la nostra società non può accettare". 

"Il senso più profondo della nostra azione - ha proseguito Cisint - è la presa di coscienza che è stato raggiunto il limite della sostenibilità sociale e urbana ed è indispensabile invertire la rotta nel modello produttivo basato sul vergognoso sfruttamento degli stranieri poveri regalatoci dall'ipocrisia della tolleranza praticata per tanti anni della sinistra. Oggi Monfalcone è diventato un caso nazionale attraverso il simbolo di una pratica di decoro - ha concluso - che è solo uno dei tanti elementi di un percorso che non intendo mollare per ridurre la pressione migratoria che sta cancellando la nostra identità. La sinistra può arrampicarsi sugli specchi o camminare nell'acqua di Marina Julia, ma continua a stare dalla parte sbagliata degli interessi della città e dei monfalconesi, forse anche per cercare di camuffare le sue gravi responsabilità che hanno portato a questa situazione".

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