"Le Giornate del Cinema Muto non
sono solo le proiezioni, sono anche una comunità che si
riunisce, dentro e fuori il Teatro Verdi, per discutere e
mettere in cantiere sempre nuovi progetti e quest'anno
finalmente abbiamo ritrovato anche gli amici più lontani che
sono tornati, per esempio, dall'Australia. Possiamo dire di aver
recuperato l'energia degli anni pre-pandemia". Con le parole del
direttore Jay Weissberg - in continuità alla formula "Welcome
home" con cui per tanti anni il direttore emerito David Robinson
accoglieva gli ospiti -, si chiude la 42/a edizione del festival
di Pordenone.
Quest'anno è stata ripescata dall'oblio una personalità
centrale della cinematografia tedesca degli anni '10 e '20,
Harry Piel, uno dei divi europei più conosciuti, il Douglas
Fairbanks del Vecchio Continente. Produttore, sceneggiatore,
regista, attore, i suoi film pieni di azioni e colpi di scena
erano garanzia di successo. Una selezione di otto titoli, in
pratica tutti i film sopravvissuti restaurati dal Filmmuseum di
Dusseldorf, città natale di Piel, è stata uno dei fiori
all'occhiello del festival.
Sono 153 i titoli presentati fra corto e lungometraggi e
quasi un migliaio gli accreditati arrivati a Pordenone da tutto
il mondo. A questi numeri si aggiungono i 450 abbonati da 35
Paesi per la sola programmazione online, realizzata in
collaborazione con MyMovies, che ha registrato un totale di
4mila presenze.
Fra gli appassionati arrivati a Pordenone anche i due premi
Oscar John Landis e Craig Barron e David Sproxton della Aardman
Animation.
Le Giornate del cinema Muto danno appuntamento dal 5 al 12
ottobre 2024 per la 43/a edizione che avrà una maggiore presenza
di film italiani e un focus particolare sul cinema sudamericano.
A questo proposito, il direttore Jay Weissberg ha confermato
i contatti già avviati con gli archivi di Perù, Cile, Argentina,
Colombia e Brasile.
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