"Il 9 febbraio è una data
importante per chi si batte per i diritti. Il 9 febbraio 2009 è
la data nella quale cessò di respirare il povero corpo di Eluana
Englaro, tenuto in vita artificialmente contro la sua volontà
per 17 anni, dopo l'incidente che la ridusse in uno stato
vegetativo permanente". Lo ricorda con una nota Furio Honselle,
all' epoca sindaco di Udine e tra i protagonisti della vicenda,
oggi consigliere regionale Fvg .
"Per ben 17 anni Beppino Englaro si batté per assicurare a
sua figlia il diritto di disporre del proprio corpo nell'unico
modo che riteneva dignitoso. Dobbiamo tutti essere debitori a
questo padre che seppe perseverare nell'impegno, pur nel dolore
più profondo che un padre possa provare, per rendere esigibile
il diritto a rifiutare le cure se queste vanno contro la propria
percezione di cosa significa una vita - scrive Honsell - Oggi,
grazie a Beppino Englaro, disponiamo della Legge 219 del 2017
che definisce il diritto alle disposizioni anticipate di
trattamento (Dat) e al consenso informato. Beppino Englaro,
autentico eroe civile, ha messo in luce la necessità di una
riflessione bioetica continua di fronte agli sviluppi della
biomedicina. Come Sindaco di Udine di allora, della città che
assicurò il diritto alla giustizia a un padre e a una figlia,
che tanta politica oscurantista e ipocrita voleva invece
impedire loro fino all'ultimo, esprimo l'orgoglio di tutti
coloro che contribuirono a questo importante passo di
emancipazione civile."
Riproduzione riservata © Copyright ANSA