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Punto Ascolto Antimobbing Udine, aumentano utenti (+22%)

Punto Ascolto Antimobbing Udine, aumentano utenti (+22%)

Aumentate le segnalazioni nel 2024

UDINE, 10 febbraio 2025, 12:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Punto di Ascolto Antimobbing di Udine, in Comune con coordinamento dell'Associazione Educaforum, ha registrato nel 2024 un aumento di richieste con +22% di utenti. Questo servizio, promosso dalla Regione Fvg, offre gratuitamente consulenze legali, mediche e psicologiche ai cittadini in difficoltà lavorative.
    Il team di esperti è composto da operatrice di accoglienza, avvocato giuslavorista, psicologa psicoterapeuta e medico del lavoro. Gli utenti possono accedere al servizio in presenza, telefonicamente o piattaforme digitali come Skype e WhatsApp, anche in conferenza con il sindacato, garantendo anonimato.
    Nel 2024 sono state 209 le persone che si sono rivolte al Punto di Ascolto (+22% sul 2023), proseguendo il trend di crescita degli anni precedenti (+13% nel 2023 sul 2022). Tra gli utenti, 155 sono donne e 54 uomini. Si osserva un aumento dei lavoratori provenienti dal pubblico impiego, anche se la maggioranza dell'utenza proviene dal settore privato, che rappresenta il 67% del totale, in crescita rispetto al 66% del 2023. Le donne costituiscono il 74% dell'utenza totale, una percentuale in aumento rispetto al 69% del 2023. Colpite particolarmente le lavoratrici nella fascia d'età tra i 31 e i 50 anni. Si registra un incremento delle vessazioni tra le donne di età compresa tra i 31 e i 40 anni (dal 67% al 75%), tra i 41 e i 50 anni (dal 70% al 71%) e sopra i 51 anni (dal 73% al 76%).
    Le donne sopra i 51 anni rappresentano oltre i due terzi degli utenti in quella fascia d'età e il 50% degli utenti totali.
    L'analisi delle segnalazioni evidenzia un aumento delle vessazioni legate all'eccesso di controllo sul lavoro (+10%) e attribuzione di compiti eccessivi, da parte principalmente di superiori gerarchici. Le principali cause di disagio lavorativo segnalate includono assenze, congedi e permessi (dal 8% al 15%), richieste di straordinari e carichi di lavoro eccessivi (dal 11% al 17%) e infortuni o malattie correlate al contesto lavorativo (dal 2% al 5%). Inoltre, si registra un aumento dei contratti a tempo determinato tra gli utenti, passati dall'8% al 10%.
    Molestie e vessazioni più frequenti includono umiliazioni e critiche, eccesso di controllo sul lavoro, attribuzione di compiti esorbitanti e altre criticità come l'aggressività verbale. Il 60% dei mobber sono uomini, con un aumento rispetto al 58% del 2023. La maggior parte delle vessazioni proviene da superiori o titolari, che rappresentano il 78% dei casi, ma è in crescita anche il numero di mobber tra i colleghi parigrado, che passa dal 12% al 18%. Si registra un incremento delle segnalazioni di violazioni di diritti, passate dal 45% al 56%, e delle discriminazioni di genere, che sono più che raddoppiate, passando dal 3% al 7%. Tra le pratiche vessatorie segnalate vi sono anche marginalizzazione dall'attività lavorativa, svuotamento delle mansioni, mancata assegnazione di compiti o inattività forzata, mancata assegnazione degli strumenti di lavoro, ripetuti trasferimenti di sede o reparto, isolamento, attribuzione di compiti dequalificanti e impedimento all'accesso a informazioni necessarie per lo svolgimento del lavoro.
   

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