Il Punto di Ascolto Antimobbing di
Udine, in Comune con coordinamento dell'Associazione Educaforum,
ha registrato nel 2024 un aumento di richieste con +22% di
utenti. Questo servizio, promosso dalla Regione Fvg, offre
gratuitamente consulenze legali, mediche e psicologiche ai
cittadini in difficoltà lavorative.
Il team di esperti è composto da operatrice di accoglienza,
avvocato giuslavorista, psicologa psicoterapeuta e medico del
lavoro. Gli utenti possono accedere al servizio in presenza,
telefonicamente o piattaforme digitali come Skype e WhatsApp,
anche in conferenza con il sindacato, garantendo anonimato.
Nel 2024 sono state 209 le persone che si sono rivolte al
Punto di Ascolto (+22% sul 2023), proseguendo il trend di
crescita degli anni precedenti (+13% nel 2023 sul 2022). Tra gli
utenti, 155 sono donne e 54 uomini. Si osserva un aumento dei
lavoratori provenienti dal pubblico impiego, anche se la
maggioranza dell'utenza proviene dal settore privato, che
rappresenta il 67% del totale, in crescita rispetto al 66% del
2023. Le donne costituiscono il 74% dell'utenza totale, una
percentuale in aumento rispetto al 69% del 2023. Colpite
particolarmente le lavoratrici nella fascia d'età tra i 31 e i
50 anni. Si registra un incremento delle vessazioni tra le donne
di età compresa tra i 31 e i 40 anni (dal 67% al 75%), tra i 41
e i 50 anni (dal 70% al 71%) e sopra i 51 anni (dal 73% al 76%).
Le donne sopra i 51 anni rappresentano oltre i due terzi degli
utenti in quella fascia d'età e il 50% degli utenti totali.
L'analisi delle segnalazioni evidenzia un aumento delle
vessazioni legate all'eccesso di controllo sul lavoro (+10%) e
attribuzione di compiti eccessivi, da parte principalmente di
superiori gerarchici. Le principali cause di disagio lavorativo
segnalate includono assenze, congedi e permessi (dal 8% al 15%),
richieste di straordinari e carichi di lavoro eccessivi (dal 11%
al 17%) e infortuni o malattie correlate al contesto lavorativo
(dal 2% al 5%). Inoltre, si registra un aumento dei contratti a
tempo determinato tra gli utenti, passati dall'8% al 10%.
Molestie e vessazioni più frequenti includono umiliazioni e
critiche, eccesso di controllo sul lavoro, attribuzione di
compiti esorbitanti e altre criticità come l'aggressività
verbale. Il 60% dei mobber sono uomini, con un aumento rispetto
al 58% del 2023. La maggior parte delle vessazioni proviene da
superiori o titolari, che rappresentano il 78% dei casi, ma è in
crescita anche il numero di mobber tra i colleghi parigrado, che
passa dal 12% al 18%. Si registra un incremento delle
segnalazioni di violazioni di diritti, passate dal 45% al 56%, e
delle discriminazioni di genere, che sono più che raddoppiate,
passando dal 3% al 7%. Tra le pratiche vessatorie segnalate vi
sono anche marginalizzazione dall'attività lavorativa,
svuotamento delle mansioni, mancata assegnazione di compiti o
inattività forzata, mancata assegnazione degli strumenti di
lavoro, ripetuti trasferimenti di sede o reparto, isolamento,
attribuzione di compiti dequalificanti e impedimento all'accesso
a informazioni necessarie per lo svolgimento del lavoro.
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