"Quel poco di verità" per
consentirci "quel poco di vita", inteso nel senso di Michel
Foucault, cioè, come spiega il filosofo Pier Aldo Rovatti,
"smontare la verità oppressiva e in qualche modo anche violenta
per andare verso un'altra verità che io chiamo 'verità debole'",
cioè la verità che si può scoprire attraverso lo sforzo dello
spirito critico. E "quel poco di vita" che non intende 'vita
povera' ma la vita vissuta non sotto autoritarismo,
demistificando la 'Vita', per "entrare in dialettica con
l'altro". E' il principio base dell' ultimo numero, "fascicolo",
il 404, della storica rivista trimestrale di filosofia "aut aut"
dal titolo, appunto, "Quel poco di verità". Il fascicolo è stato
illustrato al Museo LETS dallo stesso Rovatti, che ne è il
direttore, e lo psicanalista Mario Colucci, che è, da una
ventina d'anni, uno dei redattori.
Nata come "rivista di battaglia", come la definisce Rovatti,
periodico di filosofia secondo il pensiero fenomenologico di
Husserl in particolare, e anche esistenzialista di Sartre,
Merleau-Ponty, e laboratorio di idee e di discussioni al di là
di ogni steccato ideologico, fondata da Enzo Paci nel 1951, aut
aut è editata oggi da Il Saggiatore e, secondo Colucci "negli
ultimi 15 anni ha avuto una torsione molto positiva, a partire
dalle esperienze maturate nell'ambiente psichiatrico". Una
rivista che "è letta ed è percepita positivamente in diversi
Paesi, in Europa, Stati Uniti", indica il filosofo, parlando di
una tiratura soddisfacente e di un pubblico attento.
Oggi, ha aggiunto Rovatti, "il pensiero critico è diventato
difficile".
Auto aut ha un forte legame con la Scuola di filosofia di
Trieste, che è indipendente dal pensiero accademico della
filosofia.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA