"La Regione stigmatizza
l'atteggiamento di Flex e condivide le severe affermazioni del
ministero delle
Imprese e del Made in Italy nei confronti ell'azienda: dopo aver
assicurato, nell'ultimo incontro del tavolo ministeriale, la
propria disponibilità ad accompagnare il percorso di rilancio
dello stabilimento, ora l'azienda fugge da ogni responsabilità,
dimostrando ancora una volta la inadeguatezza e il disinteresse
per i lavoratori, le loro famiglie e un intero territorio".
È la posizione assunta al termine del tavolo di crisi per la
Flextronics di Trieste, al Mimit con, tra gli altri, il ministro
Adolfo Urso, dagli assessori regionali alle Attività produttive
Sergio Emidio Bini e al Lavoro Alessia Rosolen.
Gli assessori hanno rimarcato: "Da parte del fondo FairCap
non abbiamo assistito a un atteggiamento diverso: è stato
presentato un esercizio di buone
volontà, che però non corrisponde a un piano industriale.
Nell'esposizione non è emersa alcuna strategia concreta di
investimento, né se verrà garantita la piena occupazione dello
stabilimento. Mancano le premesse minime per instaurare una
collaborazione istituzionale seria con la nuova proprietà". Per
Bini "è preoccupante l'assenza di chiarezza circa le motivazioni
che hanno guidato
l'acquisto dello stabilimento da parte di FairCap. Parimenti,
non ci è dato sapere quali siano gli obiettivi per il futuro.
Come Regione, abbiamo ribadito quali dovrebbero essere le
priorità: il mantenimento occupazionale e il prosieguo della
produzione industriale dello stabilimento. Di fronte a queste
richieste puntuali, la nuova proprietà non ha fornito né
rassicurazioni né dati concreti. Anzi, a fronte di un valore di
produzione che si aggira sui 10 milioni di euro, non è emersa
alcuna strategia per garantire l'occupazione dei 347 lavoratori;
questa incertezza desta grande preoccupazione".
Rosolen ha confermato che "la Regione assieme al Ministero e,
ritengo, le organizzazioni sindacali, farà tutto quanto è in
proprio potere in ogni sede per contrastare un'operazione
compiuta sulla pelle dei lavoratori, gettando nella disperazione
centinaia di famiglie. Un'azione che pare essere articolata per
eludere le norme che lo Stato ha posto a presidio e mitigazione
delle scelte imprenditoriali; se così fosse sarebbe molto grave.
Ritengo che Flex e FairCap abbiano sbagliato tempi, modi e
scelte di questa operazione, ma credo ancor di più che non
abbiano minimamente considerato con quanta determinazione
intendiamo difendere i lavoratori: lo scopriranno".
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