Un dramma su quanto l' amore può
essere pericoloso che è anche lo specchio di questi anni
terribili funestati da una pandemia non ancora conclusa e dalla
guerra che sta martoriando l' Ucraina. E' carica di significati
emotivi la messa in scena di Turandot che l' Opera di Roma
propone dal 22 al 31 marzo con la direttrice ucraina Oksana
Lyniv sul podio e la regia dell' artista dissidente cinese Ai
Weiwei, che firma anche scene, costumi e video. Il capolavoro
sarà eseguito come lo scrisse l' autore, con l' ultima scena
conclusa dal suicidio di Liù e senza il finale aggiunto dopo la
morte del compositore da Franco Alfano, sul quale le divisioni
non si sono mai esaurite. La presenza di Lyniv, e di altri due
cantanti ucraini - il soprano Oksana Dyka e il baritono Andrii
Ganchuk - ha ovviamente catalizzato la presentazione dello
spettacolo. Ha detto il sovrintendente Francesco Giambrone,
ricordando che la produzione era stata prevista per il 2019 e
poi sospesa a causa del lockdown: "Alla pandemia abbiamo
reagito, ora la guerra ha sconvolto il mondo e tutti noi. Questa
produzione fa I conti con quello che abbiamo intorno. Il mondo
ci sta mostrando un orrore che si ripete''.
Oksana Lyniv parla di Turandot come di un' opera dalle immagini
''forti e toccanti in una circostanza difficile come quella che
stiamo vivendo. Un artista non è solo un professionista ma ha
anche una funzione sociale. Durante le prove c' è stata una
sintonia assoluta con I musicisti, il cast e le maestranze''.
Ai Weiwei è alla sua prima regia teatrale di un' opera.
Il soprano Oksana Dyka si alternerà nel ruolo della
protagonista con Ewa Vesin; in quello di Calaf ci saranno
Michael Fabiano (al debutto sia romano che nel ruolo) e Angelo
Villari; Altoum è Rodrigo Ortiz. Liù sarà interpretata da
Francesca Dotto e Adriana Ferficka. Nei panni di Timur Antonio
Di Matteo e Marco Spotti. Completano il cast Alessio Verna
(Ping), Enrico Iviglia (Pang), Pietro Picone (Pong) e Andrii
Ganchuk (un mandarino). Il Coro e la Scuola di Canto Corale
dell'Opera di Roma sono diretti dal maestro Roberto Gabbiani.
Dopo la prima del 22 marzo sono previste sei repliche.
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