Un trauma collettivo, quello di un
terremoto, riletto dagli occhi di una bambina, crea un nuovo
presente di incontri, natura, scoperte e senso di solidarietà.
E' il percorso di Superluna di Federico Bondi, che debutta fuori
concorso ad Alice nella Città, sezione autonoma e parallela
della Festa del Cinema di Roma. Nel cast corale, fra gli altri,
con le piccole protagoniste, Francesca Raffone e Olivia La Terra
Pirrè, ci sono Antonia Truppo, Lino Musella. Carmen Pommella,
Vincenzo Pirrotta, Anna Bellato, Max Malatesta e Fabrizio
Rongione. Ancora una volta Bondi, torna a rovesciare lo
sguardo nel raccontare le fragilità: da Mar nero, premiato a
Locarno, sul rapporto fra un'anziana e la sua badante a Dafne,
su una trentenne affetta dalla sindrome di Down.
"E' sempre la storia a farmi innamorare - spiega Bondi -. Qui mi
interessava la diversa reazione che può avere una bambina
vivendo un'esperienza come quella, con reazioni totalmente
diverse da quelle dagli adulti".
Nel film (producono Vivo film con Rai Cinema e Tarantula), siamo
a Isolarotonda, nel piccolo villaggio improvvisato dopo un
terremoto, con le tende della protezione civile, intorno a una
grande stazione di servizio. Non ci sono stati morti o feriti.,
ma le case sono lesionate e un gruppo di persone, tra amici,
parenti, conoscenti e vicini di casa, inizia a condividere le
giornate. Tra gli altri ci sono la piccola Viola (Raffone) con
la sua mamma, in attesa di un altro bambino che dopo un malore
viene ricoverata in ospedale, e il papà (Rongione). Quando nel
villaggio, Viola fa amicizia con una coetanea, Anna (Pirrè) le
due bambine diventano compagne d'avventura in una situazione
sospesa, dove le persone, riscoprono, tra crisi e nuove
consapevolezze, la solidarietà.
"Viola si convince che il terremoto sia come un amico che la
viene a trovare. Le sembra di essere in campeggio, vorrebbe non
tornare indietro a quella normalità che gli adulti invece
sognano - osserva Bondi - Il senso del film è la necessità di
riscoprire l'ascolto dell'altro. Una cosa sempre più difficile
perché siamo sempre costantemente distratti dagli smartphone, i
social… strumenti straordinari, ma anche narcisistici".
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