E' fissata per il 31 marzo la
sentenza per la strage di Fidene, a Roma, in cui morirono
quattro donne per mano di Claudio Campiti nel corso di una
riunione di condominio nel dicembre del 2022. Nei suoi confronti
la Procura di Roma ha sollecitato l'ergastolo con l'isolamento
diurno di due anni e sei mesi. I rappresentanti dell'accusa
hanno, inoltre, sollecitato una condanna a 4 anni e 1 mese per
il presidente della Sezione Tiro a Segno Nazionale di Roma
all'epoca dei fatti e a 2 anni un dipendente addetto al locale
dell'armeria del poligono di tiro di Tor di Quinto struttura da
cui l'imputato si allontanò con l'arma utilizzata per la strage.
I due sono accusati di reati omissivi.
Nel corso dell'udienza di oggi è stato il turno del difensore
di Campiti che ha chiesto ai giudici della Corte d'Assise di
dichiarare l'imputato "non punibile per tutti i reati a lui
iscritti in quanto non imputabile per vizio totale di mente. In
subordine la corte - ha detto l'avvocato Giancarlo Rizzo -
voglia riconoscere l'attenuante del vizio parziale di mente e le
circostanze attenuanti generiche, da ritenersi prevalenti
rispetto alle circostanze aggravanti contestate nei diversi capi
di imputazione".
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