"Un quartiere prigioniero e nessuno
che dia notizie certe, nonostante l'ordinanza del sindaco, già
prorogata, prevedesse il termine ultimo del 31 gennaio per la
messa in sicurezza asseverata, con certificato di cessato
pericolo, da parte di un tecnico qualificato". E' l'accorato
appello dei cittadini del quartiere Aurelio di Roma che due mesi
fa sono stati sfollati dai loro appartamenti a causa di un
palazzo vicino pericolante.
"Nella giornata di ieri, peraltro, contrariamente a quanto
sperato - riferisce Maurizio Galli, che da settimane è il
portavoce di queste famiglie che non posso accedere alle loro
case -, il territorio è stato circoscritto con barriere, dette
orsogrill, ancora più alte delle preesistenti, generando viva
preoccupazione dei residenti, e offrendo un aspetto spettrale
alla vista dei passanti".
"Ricordiamo - prosegue l'amministratore di condominio, lui
stesso sfollato dalla sua casa - che tale situazione genera a
tutt'oggi la evacuazione dei palazzi al confine, con cento
persone allontanate dai propri alloggi la notte del 6 dicembre
e, ora, anche senza assistenza alloggiativa, terminata il 31
gennaio. C'è anche il problema della chiusura di attività
commerciali, la paralisi del traffico locale, stante la
limitazione pedonale e viaria della zona, e un disservizio della
linea metro A costretta al rallentamento nel tratto
Cornelia-Battistini".
Il problema non riguarda il palazzo pericolante, già vuoto da
tempo, ma quelli vicini nei quali i proprietari da due mesi non
possono rientrare. "Tutte le persone coinvolte, e l'intero
quartiere, chiedono alle Istituzioni - conclude il portavoce -
una comunicazione chiara e trasparente, nonché di poter tornare
alla normalità, anche in adempimento a quanto disposto
dall'ordinanza" del sindaco di Roma.
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