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Le due visite di Francesco in Campidoglio, 'Roma ami gli ultimi'

Le due visite di Francesco in Campidoglio, 'Roma ami gli ultimi'

Nel '19 e nel '24. A lui dedicati una sala e iniziative sociali

ROMA, 21 aprile 2025, 13:12

Redazione ANSA

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La prima volta nel 2019, la seconda solo l'anno scorso: due visite in Campidoglio a testimonianza dell'affetto di Papa Francesco, morto questa mattina, per l'amministrazione capitolina. La prima volta di Bergoglio sul Colle Capitolino fu il 26 marzo del 2019: ad accoglierlo fu l'allora sindaca Virginia Raggi, che in onore della visita dispose di intitolare la sala della Piccola Protomoteca, negli storici palazzi comunali, all'enciclica 'Laudato Sì', nome che porta tuttora.
    "Roma città dei ponti, mai dei muri" disse allora il Pontefice durante la visita, esortando la Capitale a essere "all'altezza dei suoi compiti e della sua storia", a restare, "anche nelle mutate circostanze odierne, faro di civiltà e maestra di accoglienza" e assicurò che "la Santa Sede desidera collaborare sempre più e meglio per il bene della città, al servizio di tutti, specialmente dei più poveri e svantaggiati" con l'auspicio che tutto questo "favorisca una rinascita morale e spirituale della Città".
    La seconda visita di Papa Francesco in Campidoglio è invece del 10 giugno 2024, proprio alla vigilia del Giubileo ora in corso. Sulla soglia di Palazzo Senatorio a dargli il benvenuto c'era il sindaco Roberto Gualtieri. "Roma, nata da lontano, nata in cammino" scrisse il Pontefice sul libro d'oro. Anche in quella occasione il Papa argentino chiese alla città di tenere le braccia aperte al prossimo: la città, disse, si deve porre "al servizio della carità, dell'accoglienza e dell'ospitalità.
    Pellegrini, turisti, migranti, quanti si trovano in gravi difficoltà, i più poveri, le persone sole, quelle malate, i carcerati, gli esclusi siano i più veritieri testimoni di questo spirito". Al Papa il Comune 'donò' due iniziative sociali: un immobile destinato agli anziani e un progetto di avviamento al lavoro per i detenuti del carcere di Rebibbia. Fu scoperta nell'Aula Consiliare una targa: "A sua santità Francesco, successore di Pietro e vescovo di Roma, promotore di cura della casa comune e testimone di fraternità universale".
   

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