Il Consiglio regionale della Liguria ha modificato lo Statuto: ha abolito la Consulta statutaria, ha ridotto l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, da 5 a 3 membri, e ha modificato il numero degli assessori in giunta portandolo da 12 a 7. Le novità con la prossima legislatura.
Con 24 voti a favore (maggioranza e Nuovo Centro Destra) e 2 astenuti (Ezio Chiesa del Gruppo misto-Liguria Viva e Ezio Armando Capurro di Liste civiche per Biasotti presidente) l' Assemblea ha infatti approvato la Proposta di legge 365 di iniziativa dei Consiglieri regionali Boffa, Donzella, Morgillo, Conti e Bruzzone intitolata "Modifiche e integrazioni alla legge statutaria 3 maggio 2005, n. 1 (Statuto della Regione Liguria)".
La minoranza è uscita dall'aula per protesta prima del voto.
Il testo dovrà essere sottoposto ad una seconda approvazione fra due mesi.
Nel dibattito sono intervenuti Aldo Siri e Lorenzo Pellerano (Liste civiche per Biasotti presidente) Maurizio Torterolo, Francesco Bruzzone e Edoardo Rixi (Lega Nord Liguria-Padania), Alberto Marsella (Percorsi in Liguria), Marco Melgrati e Gino Morgillo (Forza Italia), Andrea Stimamiglio (Gruppo misto-Lavoro salute e cultura), Valter Ferrando e Antonino Miceli (Pd), Ezio Chiesa (Gruppo misto-Liguria Viva), Franco Rocca e Gino Garibaldi (Ncd).
Prima del voto che ha modificato lo Statuto della Regione in Consiglio regionale si è svolto un acceso dibattito che si è concluso quando la minoranza (Fi, Lega Nord, Lista Biasotti), ad eccezione di Ncd, ha lasciato l'aula per protesta. Prima del voto è stata anche respinta la proposta di Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria-Padania) di rinviare lo Statuto in commissione per procedere ad una contestuale modifica del Regolamento che riducesse anche il numero di commissioni (attualmente sono otto). Il provvedimento abolisce la Consulta statutaria e vengono attribuite all'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale le funzioni relative al giudizio di ammissibilità dell'iniziativa popolare o del referendum e l'accertamento della chiarezza e dell'univocità del quesito referendario. In seguito alla riduzione dei numero di consiglieri, inoltre, la composizione dell'Ufficio di presidenza viene ridotta: accanto al presidente ci sarà un solo vicepresidente. E' stato, inoltre, approvato in aula un emendamento congiunto di Chiesa (Gruppo misto-Liguria Viva) e Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente), che ha ridotto da due a uno anche il numero dei consiglieri segretari. Viene abrogato l'articolo che istituiva il Consiglio regionale dell'economia e del lavoro che, peraltro, non era mai stato costituito. Al difensore civico, istituito "per la tutela del singolo cittadino e di interessi collettivi particolarmente rilevanti" potranno essere attribuite altre funzioni di garanzia. La proposta di legge era approdata in aula con un ulteriore emendamento approvato in commissione, che prevede la modifica del numero dei componenti la giunta: "un quinto dei componenti del Consiglio regionale arrotondato all'unità superiore". In sostanza sette assessori anziché sei. Queste disposizioni decorrono dalla X legislatura. Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente) si è soffermato sulla mancata approvazione della legge elettorale, a suo avviso strettamente correlata con i temi in discussione, rammaricandosi per il fatto che non è stato eliminato il listino a causa di differenziazioni all'interno della maggioranza che non ha mostrato unitarietà su questo tema. Maurizio Torterolo (Lega Nord Liguria-Padania) ha detto che è stato partorito un topolino, come già accaduto lasciando per strada quello che sarebbe stato davvero un segnale forte per i cittadini, l'abolizione del listino. In realtà, con le modifiche allo Statuto andremo ad eliminare ciò che non è stato mai creato come il Cnel, e ciò che praticamente non ha mai funzionato come la Consulta statutaria. Dall'altro lato si introduce una vaghissima norma relativa ad ulteriori funzioni che potrebbero essere attribuite al difensore civico. Ha poi espresso critiche su modifiche attuate rispetto al testo inizialmente varato: Si vuole far approvare, con alcune delle modifiche apportate al testo originario, anche una sorta di listino 2, camuffato e riferito agli assessori esterni e contenuto all'interno del'approvando nuovo Statuto regionale. "Infatti si vorrebbe elevare il numero degli assessori da 6 a 7, scelta, da una parte inutile visto che i Consiglieri Regionali li abbiamo diminuiti da 40 a 30, e dall'altra costosa, e contraria, ancora una volta, al principio di rappresentatività visto la possibilità di nomina esterna anche di tutti gli assessori che verrà in oggi votata" ha aggiunto. "I liguri potrebbe trovarsi di fronte al paradosso di un Consiglio regionale con sei consiglieri scelti dai partiti e non da loro e da ben sette assessori non eletti ma nominati". Alberto Marsella (Percorsi in Liguria) in qualità di presidente della Commissione Affari istituzionali ha rilevato gli obbiettivi di una maggiore efficienza del Consiglio e di un contenimento dei costi e ha auspicato una rapida approvazione da parte dell'Assemblea: Auspichiamo che la proposta di legge possa ottenere il più ampio consenso per condividere e portare a termine un doveroso percorso istituzionale. Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria Padania) ha voluto chiarire la sua posizione, in quanto membro dell'ufficio di Presidenza (consigliere segretario), ma non più in accordo con il testo di legge: "Sono tra i firmatari della proposta di modifica dello statuto, che arriva dall'Ufficio di presidenza e che ha un tono istituzionale. Sul testo l'Ufficio ha discusso ed è arrivato ad una proposta unanime. Io stesso sono intervenuto ed ho proposto di inserire alcune cose. Pensavo che a questo proposta istituzionale corrispondesse una uguale risposta istituzionale, ma così non è stato. Infatti la commissione consiliare è andata a modificare un testo proposto dall'ufficio di Presidenza, cambiando una indicazione di carattere istituzionale, e aumentando il numero degli assessori previsti, sconvolgendo così l'impostazione data". Bruzzone, dopo aver quindi rimarcato che nella proposta iniziale si prevedevano 6 assessori e non 7, ha detto: "Non mi riconosco più nella proposta. Non mi sarei aspettato che venisse portata una scelta politica in una proposta dell'Ufficio di presidenza" e ha annunciato il ritiro della sua firma dalla proposta di legge. Luigi Morgillo (Forza Italia), vicepresidente del Consiglio regionale ha convenuto con Bruzzone di essere "firmatario di una proposta che, però, di fatto non corrisponde più a quella portata in aula. E' stata fatta una modifica sostanziale in commissione, che io non condivido e del tutto fuori dalla logica dal momento attuale. Invece di ridurre, a seguito delle modifiche apportate al testo varato dall'Ufficio di presidenza, si va ad aumentare. E' anomalo che esca una proposta unitaria dall'Ufficio di presidenza che venga poi falcidiata dalle commissioni". Antonino Miceli (Pd) ha espresso parere positivo sul testo licenziato dalla commissione: "Si tratta di un provvedimento che va nella direzione del controllo e della riduzione della spesa. Si abrogano due istituzioni, la Consulta statutaria e il Consiglio regionale dell'economia e del lavoro, e anche questo è un passo che va verso una riduzione delle spese. Così come il fatto che il prossimo Consiglio regionale passerà da 40 a 30 componenti. Miceli ha, inoltre, annunciato parere favorevole agli emendamenti presentati anche dalla minoranza relativi al dimezzamento del numero dei consiglieri segretari (da due a uno) dell'Ufficio di presidenza. Il consigliere ha condiviso anche la richiesta avanzata dalla minoranza durante il dibattito di procedere alla riduzione delle commissioni consiliari spiegando, però, che questa materia non è statutaria ma regolamentare e dovrà essere affrontata dall'apposita Giunta del regolamento che poi trasferirà le modifiche al Consiglio. Rispetto alle obiezioni contro le modifiche dello Statuto che prevedono il passaggio del numero massimo di assessori da 6 a 7 Miceli ha dichiarato: "Chiediamo semplicemente di rispettare quanto previsto dalla legge, che stabilisce che la composizione della giunta è pari al venti per cento del Consiglio stesso e, sulla base di una interpretazione autentica fornita dallo Stato successiva alla nostra modifica e relativa a quanto corrispondesse il 20%, questo numero è pari a 7. Sostenere che si tratta di un allargamento è, inoltre, paradossale e sbagliato perché dalla prossima legislatura la giunta passa da 12 a 7 assessori quindi con una riduzione quasi del 40%". Marco Melgrati (Forza italia) ha accusato Miceli di essersi arrampicato sugli specchi. Il consigliere ha quindi criticato in particolare l'innalzamento, rispetto al testo varato originariamente dall'Ufficio di Presidenza, del numero degli assessori da 6 a 7. E ha invocato una limitazione, un preciso tetto, al numero degli esterni. "Potrebbe avere un senso portare il numero degli assessori da 6 a sette, se ci fosse un tetto al numero degli esterni". Ha puntualizzato che già il mantenimento del listino porta in Consiglio un numero elevato di esterni, non eletti: Si tratta di nominati. "Noi volevamo eliminare il listino, ma il maxi emendamento che lo consentiva, non ha avuto i voti necessari della maggioranza". Ezio Chiesa (Gruppo misto-Liguria Viva) ha detto con la riforma dello Statuto facciamo una riforma monca. "Non avrei modificato il testo per portare da 6 a 7 il numero degli assessori". Edoardo Rixi (Lega Nord - Liguria Padania), dopo avere detto che la riduzione del numero dei consiglieri regionali, decisa dal Governo Monti, non ha prodotto effetti sul contenimento della spesa, ha ribadito la necessità di ridurre il numero di commissioni: "Ogni assessore esterno è un costo in più perché vuol dire aggiungere uno stipendio ai costi dell'assemblea e non si può decidere di avere anche sei assessori esterni". Gino Garibaldi (Ncd) prima del voto ha ribadito il voto favorevole del suo gruppo alle modifiche. Lorenzo Pellerano (Liste civiche per Biasotti presidente) si era schierato a favore dell'interruzione sollecitata da Melgrati, per discutere del tetto da fissare al numero degli assessori esterni. "Non accettare questa limitazione - ha detto - è una responsabilità che si assume la sinistra".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA