Dopo lo stop imposto dal tribunale,
la famiglia Malacalza ripropone il progetto per la realizzazione
di un ascensore per raggiungere la propria abitazione di via San
Sebastiano a Portofino (Genova). Ma questa volta l'ascensore
sarà uno solo e a servizio del privato. La pratica, già
approvata in giunta, è stata votata ieri in consiglio comunale.
Vittorio Malacalza e sua moglie hanno ripresentato il
progetto con due novità: l'adeguamento alle prescrizioni che
erano contenute nella sentenza del tribunale con cui si dava
ragione alla parrocchia Divo Martino, che si trova di fronte al
cantiere di lavori, la quale aveva ravvisato in quegli scavi un
potenziale pericolo per stabilità del luogo di culto; la seconda
riguarda l'ascensore pubblico che non verrà più realizzato.
Nel precedente progetto gli elevatori erano due: uno a
servizio dell'abitazione di Malacalza, l'altro per raggiungere
l'ex asilo comunale, immobile pubblico che potrebbe essere in
futuro la nuova sede del municipio. A questo secondo ascensore,
il comune ha rinunciato quantificando in 15 mila euro la servitù
perpetua di passo carraio e per manovra utile ai Malacalza per
accedere all'elevatore.
Una rinuncia che però, a leggere gli atti, non vuole essere
una resa: "i fatti (la nuova proposta progettuale) e gli eventi
giudiziali sopraggiunti - si legge nel documento - hanno avuto
impatto così come si riflettono sugli interessi del Comune di
Portofino, nella misura in cui la nuova proposta progettuale di
recente depositata non include più la realizzazione di un
ascensore pubblico a spese del privato, stante, appunto, un
nuovo iter subordinato al rispetto di prescrizioni specifiche
con riferimento all'immobile di proprietà privata; resta in ogni
caso lo scopo del superamento delle barriere architettoniche.
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