Doppio interrogatorio oggi per
Filippo Giribaldi, il portuale di 42 anni che il 25 aprile ha
ucciso con un colpo di pistola l'ex esponente di CasaPound in
via Polleri, in pieno centro a Genova. L'uomo, difeso dagli
avvocati Chiara Antola e Paolo Scovazzi, è stato prima
interrogato dal gip Elisa Campagna, che nelle prossime ore
deciderà sulla convalida, e poi dal pubblico ministero Eugenia
Menichetti insieme agli investigatori della squadra mobile,
diretta dal dirigente Antonino Porcino. "Mi dispiace per quello
che ho fatto - ha detto Giribaldi -, sono pentito ma ero
annebbiato dalla droga".
Il portuale ha spiegato di spendere circa 300 euro al giorno
per comprare gli stupefacenti. Tanto che nelle ultime settimane
aveva chiesto un prestito di 15 mila euro a una finanziaria
proprio per comprare lo stupefacente. "Ma non ho mai spacciato"
ha ribadito. Nel corso degli interrogatori ha ribadito la prima
versione fornita la notte del suo arresto e cioè che era geloso
di una donna con cui aveva una storia e che negli ultimi tempi
vedeva anche Di Palo e un amico. Il no vax ha anche detto che
sarebbe stata la stessa donna a dirgli che voleva liberarsi di
Di Palo e del suo amico. Per questo martedì pomeriggio si è
presentato sotto casa dell'amica e ha prima sparato contro un
muro quando si è visto davanti l'amico di Di Palo e poi "mentre
andavo via pensavo che a inseguirmi fosse un carabiniere o un
poliziotto in borghese. L'ho riconosciuto quando mi ha raggiunto
e ha cercato di colpirmi con un pugno".
Sempre agli investigatori ha spiegato di avere trovato l'arma
un anno fa. "Era dentro un pacchetto che ha trovato il mio cane
al Peralto. Lui me lo ha portato e quando ho visto che era
pesante l'ho aperto e mi sono preso la pistola. La porto sempre
quando devo comprare la droga perché mi avevano rapinato e non
volevo che succedesse ancora". Gli investigatori sono convinti
che l'abbia acquistata in qualche giro, magari in ambito
portuale.
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