"La Regione Liguria vuol
incentivare le 'calamità innaturali', ossia provocate o
ingigantite dalla mano dell'uomo, dimenticandosi di quanti danni
e quanti lutti hanno portato negli ultimi decenni in Liguria le
svariate alluvioni". Così l'associazione ambientalista Gruppo
d'Intervento Giuridico (Grig) in una nota interviene sul nuovo
regolamento regionale dei 'Piani di bacino per le aree
inondabili' in Liguria che è all'esame della Commissione
Territorio e Ambiente.
"Desta particolare sconcerto quanto previsto nel regolamento
predisposto dalla Giunta regionale della Liguria concernente
l'attuazione dei piani di bacino per le aree a rischio
idrogeologico, che attende solo il parere della Commissione
consiliare competente per l'entrata in vigore - commenta
l'associazione -. Per esempio, l'articolo 5 del regolamento,
assurdamente, consente addirittura nelle zone a pericolosità di
alluvione elevata 'P3' la realizzazione di interventi di nuova
edificazione e di ampliamento degli edifici esistenti, purché
non interrati e non riguardanti servizi essenziali, e la
realizzazione di nuovi parcheggi a raso".
"Inoltre, sono consentiti interventi di demolizione con
ricostruzione senza ampliamento di edifici/manufatti esistenti e
la realizzazione di impianti tecnologici - continua -. Nella
zona del Magra sono consentiti l'adeguamento e la
riorganizzazione degli impianti esistenti di frantumazione dei
materiali inerti e betonaggio".
"Come si possa, poi, pensare di delegare queste scelte di
intervento sul territorio ai Comuni, privi di adeguate strutture
tecniche e più sensibili a interessi speculativi, appare
veramente assurdo - aggiunge il Grig -. Il sonno della ragione
genera mostri, piccoli o grandi, quotidianamente. E l'attuale
amministrazione regionale ligure cerca di confermarcelo".
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