I legali di Alberto Scagni, gli
avvocati Alberto Caselli Lapeschi e Mirko Bettoli, hanno
depositato un esposto in procura a Imperia per fare luce sul
pestaggio avvenuto in carcere a Sanremo la notte tra mercoledì e
giovedì. Secondo i difensori Scagni, che è stato condannato a 24
anni e sei mesi per l'omicidio della sorella Alice oltre a
essere stato dichiarato semi infermo, "non avrebbe dovuto stare
in una cella con altre due persone".
Lapeschi e Bettoli, inoltre, lamentano le mancate
comunicazioni da parte del carcere di Marassi, dove nelle scorse
settimane Alberto era stato già aggredito, e dalla casa
circondariale di Sanremo "nonostante i solleciti e le Pec".
Il killer è ancora in coma farmacologico e verrà svegliato
con ogni probabilità lunedì. A quel punto i medici faranno
altri accertamenti. Scagni è stato picchiato e torturato per ore
da due compagni di cella, alterati da una sorta di grappa fatta
con la frutta lasciata a macerare. I due avevano lasciato libero
Alberto dopo ore di trattative a cui aveva partecipato anche la
pm di turno. A Marassi era stato picchiato da un compagno di
cella ma aveva riportato lesioni lievi procedibili a querela e
per questo la procura genovese non ha aperto un fascicolo. Dopo
quell'episodio era stato trasferito nell'imperiese.
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