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Crollo galleria: legali Castellucci, si doveva indagare Tomasi

Crollo galleria: legali Castellucci, si doveva indagare Tomasi

Difesa, 'nel 2019 era lui amministratore delegato'

GENOVA, 17 giugno 2024, 16:42

Redazione ANSA

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Nel 2019, anno in cui è crollata una parte della volta della galleria Bertè in A26, era amministratore delegato Roberto Tomasi. "Ebbene, parrebbe lecito domandarsi il motivo per cui per l'anno 2019, ovverosia lo stesso anno del crollo, la cui attenzione in riferimento ai controlli asseritamente inadeguati è stata indubbiamente maggiore rispetto agli anni pregressi soprattutto a seguito dei drammatici fatti del ponte Morandi, alcuna contestazione è stata mossa nei confronti del soggetto che è succeduto all'odierno imputato, vale a dire Roberto Tomasi". A metterlo nero su bianco sono gli avvocati Carlo Longari e Lorenzo Contrada che assistono l'ex ad Castellucci nel procedimento bis, quello nato dopo il crollo del ponte Morandi. Tomasi era stato sentito e la procura aveva ritenuto attendibili le sue dichiarazioni tanto da archiviare la sua posizione riconoscendo il cambio di passo della società.
    L'inchiesta, che vede 47 imputati, riguarda i falsi report sullo stato dei viadotti, le barriere antirumore pericolose, il crollo della galleria e il mancato rispetto delle norme europee per la sicurezza nei tunnel.
    Tomasi "è, da febbraio 2019, amministratore delegato di Aspi, nonché dal 2015 membro del CdA della stessa società. Ed ancora, a fortiori, una ulteriore circostanza a dir poco dirimente attiene al fatto che, già dalla fine del 2018, Castellucci, in vista della sua fuoriuscita, stava gradualmente procedendo a trasferire, mediante apposite deleghe, tutti quelli che erano i poteri e le responsabilità che erano ricompresi nel suo ruolo. Difatti, Tomasi, membro del Cda ed attuale ad da febbraio 2019, ricopriva non solo la qualifica di condirettore generale fin dal giugno 2015, ma dall'ottobre 2018 era stato anche nominato direttore generale unico, con annesse una serie di deleghe unificate legate al ruolo che ricopriva", continuano i legali.
    "Dunque, ad un soggetto che ricopriva, nel periodo di maggior interesse ai fini del presente giudizio, la medesima qualifica dell'odierno imputato, e che avrebbe dovuto quindi rispettare lo stesso modello comportamentale che oggi si ritiene violato da parte dell'ingegner Castellucci, ad oggi non è stato mosso alcun rimprovero in sede penale".
   

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