"Stupiscono ancora una volta le
notizie secondo le quali le indagini relative al procedimento a
carico di Giovanni Toti ed altri per cui è stato disposto il
giudizio immediato dovranno essere integrate con l'audizione del
sindaco di Genova". Lo afferma in una nota l'avvocato Stefano
Savi, difensore dell'ex presidente della Regione Liguria, in
merito all'ipotesi che la procura possa sentire dopo settembre
il primo cittadino Marco Bucci come persona informata dei fatti.
"A distanza di anni dai fatti - continua il legale - in
relazione a circostanze già oggetto di approfondimenti ed al
termine di una indagine serrata, la pur legittima scelta di
procedere all'attività sopra indicata, a udienza dibattimentale
già fissata, suscita perplessità per le motivazioni. La ragione
dello stupore risiede nel fatto che ciò avverrebbe, a indagini
chiuse, solo per evitare che in caso di escussione in sede
dibattimentale del sindaco, "le sue dichiarazioni verrebbero
cristallizzate e non potrebbero discostarsi se fosse poi
chiamato da Toti"".
"Ciò esprime una lettura distorta e non garantista del
processo penale - conclude Savi - attribuendo ad una sommaria
informazione testimoniale davanti agli inquirenti un valore
superiore a quello che potrebbe avere l'escussione in sede
dibattimentale e rivela un forte pregiudizio. E' una visione
fortemente spregiativa del processo, alla luce del dettato
costituzionale. Nella certezza che si tratti di indiscrezioni le
cui motivazioni siano prive di fondamento, e che il processo si
celebrerà nel rispetto della norma costituzionale continuiamo a
credere che il processo è il dibattimento, e che il ruolo
fondamentale svolto dalla libera stampa non debba lasciar spazio
a forme pregiudiziali in danno della dignità delle persone
sottoposte a giudizio e del giudizio stesso".
Intanto le difese potrebbero anche chiedere uno slittamento
del processo visto che non sono stati ancora messi a
disposizione tutti gli audio non ritenuti utili dalla procura.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA