Entro la fine di maggio l'Agenzia
regionale ligure per i rifiuti pubblicherà un avviso rivolto
alle aziende interessate alla realizzazione dell'impianto per
chiudere il ciclo dei rifiuti in Liguria così da ricevere le
proposte progettuali entro la fine di luglio. Lo comunica
l'assessore al Ciclo dei rifiuti della Regione Liguria Giacomo
Giampedrone annunciando che la Giunta regionale ha dato
all'agenzia gli indirizzi per attivare l'iter.
"Siamo di fronte ad una svolta epocale per la Liguria verso
la sua piena autonomia in materia di rifiuti - dichiara
Giampedrone -. Una svolta frutto del lavoro portato avanti dalle
amministrazioni regionali di centrodestra dal 2016 in poi, che
ha ottenuto una crescita importante della raccolta differenziata
arrivata a sfiorare il 60% a livello regionale e alla
previsione, per la prima volta nella storia della Liguria, della
chiusura del ciclo. Questo porrà fine alla necessità di portare
i rifiuti indifferenziati fuori Regione per il loro trattamento,
con evidenti positive ricadute per le tasche dei cittadini
liguri".
Nell'avviso pubblico non sarà indicata a priori la tipologia
di impianto, se 'waste to chemical', con la produzione di 'green
fuels' quali idrogeno e metanolo, oppure di valorizzazione
energetica: le aziende interessate avanzeranno le loro proposte
che poi verranno vagliate in sede tecnica dall'agenzia.
"Di certo ogni proposta dovrà essere accompagnata da una
esplicita adesione da parte del Comune interessato oltre a
prevedere soluzioni per il miglioramento dei parametri
ambientali - prevede Giampedrone -. Qualunque soluzione verrà
scelta al termine della procedura, saranno certamente previsti
vantaggi in termini di riduzione della Tari".
L'impianto dovrà disporre di una capacità operativa di circa
320mila tonnellate all'anno, così da superare l'attuale
necessità di invio dell'indifferenziato e di quote di rifiuti
speciali fuori Regione e minimizzare il ricorso alle discariche.
Ferme restando le cinque aree individuate come idonee dallo
studio del Rina, la superficie minima ottimale dovrà essere di
circa 100mila metri quadrati, comprensivi di strutture e servizi
ausiliari, con tolleranza del 30%. La localizzazione dovrà
garantire un'ottimale accessibilità/intermodalità, anche in
riferimento a soluzioni che permettano un minor trasporto su
gomma. La proposta progettuale dovrà essere accompagnata da una
nota di adesione del Comune interessato.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA