Per le aziende manifatturiere di
Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna la "gomma" nel periodo
2019-2024 è rimasta la modalità preferita per trasportare le
merci dalla fabbrica al porto di imbarco e viceversa. Solo il
12% utilizza un mix strada-ferrovia, per il resto, l'88%, solo
tir. Una scelta dettata soprattutto dal fatto che il trasporto
via camion è meno costoso. A confermare la tendenza è la nuova
indagine sui corridoi logistici realizzata da Contship in
collaborazione con Srm, il centro studi collegato al gruppo
Intesa Sanpaolo presentata questa mattina a Milano in occasione
del primo Contship logistic forum, che ha coinvolto 400 aziende
manifatturiere che importano ed esportano via container,
localizzate nelle tre regioni che insieme rappresentano circa il
41% del Pil, il 50% dell'import export italiano e la maggior
parte avviene via mare (28% Lombardia, 33% Veneto, 37% Emilia
Romagna). A spingere maggiormente le imprese verso il trasporto
su gomma, a dispetto degli obiettivi Ue che puntano al
trasferimento su ferro dei trasporti merci, sarebbero appunto i
costi inferiori (per il 59% delle imprese), seguiti da
flessibilità nei tempi di consegna (21% delle imprese) e
affidabilità e sicurezza (per il 20%). Per il 66% delle imprese
l'intermodalità potrebbe contribuire in qualche misura al
raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti in
ambito UE, ma solo per il 29% in modo significativo per il
restante 37% soltanto di poco. Detto questo, in tema di
sostenibilità il 33% delle imprese "sostiene di essersi posta
degli obiettivi di decarbonizzazione nella logistica; il 31%
tramite l'ottimizzazione dei carichi e il 2% attraverso
combustibili alternativi".
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