Il 64,3% dei padri aventi diritto
in Liguria nel 2023 ha usufruito del congedo di paternità,
periodo di astensione dal lavoro retribuito per dieci giorni
riconosciuto ai papà tra i due mesi precedenti la data del parto
fino ai cinque mesi successivi alla nascita, sotto alla media
nazionale del 64,5% e ultima Regione del nord Italia con una
media del 76%. È il quadro dipinto da un rapporto curato
dall'Inps e dall'organizzazione non governativa 'Save the
Children' in occasione della Festa del Papà.
La Liguria è in dodicesima posizione nella classifica delle
Regioni italiane dov'è più frequente il ricorso al congedo di
paternità dietro a Veneto al 79% dei papà aventi diritto, Friuli
Venezia-Giulia al 78%, Emilia-Romagna al 76,5%, Lombardia al
76,4%, Trentino Alto Adige al 75,9%, Piemonte al 74,6%, Umbria
al 73,7%, Marche al 71,6%, Toscana al 70,8%, Valle d'Aosta al
70% e Abruzzo al 64,9%, davanti a Lazio al 63,2%, Sardegna al
58,1%, Basilicata al 56,5%, Molise al 54,1%, Puglia al 51%,
mentre tassi decisamente più bassi si osservano in Sicilia al
39,4%, Campania al 39,1% e Calabria, fanalino di coda al 35,1%.
Al Nord, viene utilizzato dal 76% dei padri aventi diritto,
una percentuale quasi doppia rispetto quella osservata al Sud e
nelle Isole (44%), mentre al Centro lo utilizza il 67% di loro.
"Sul congedo di paternità registriamo un trend positivo che
evidenzia un cambiamento culturale in atto. Tuttavia, circa il
35% dei padri aventi diritto ancora non ne usufruisce, è una
misura su cui faremo ulteriori iniziative di sensibilizzazione.
Promuovere il congedo di paternità produce effetti concreti:
favorisce un legame precoce tra padre e figlio, con benefici
duraturi sulla loro relazione, e contribuisce a una
distribuzione più equilibrata delle responsabilità familiari e
della conciliazione vita-lavoro delle donne. Un passo essenziale
verso una reale parità di genere nelle famiglie italiane",
affermato il presidente Inps Gabriele Fava.
Ad usufruire maggiormente del congedo sono i padri che hanno
un contratto di lavoro a tempo indeterminato (circa il 70%), a
fronte di quanti ne hanno uno a tempo determinato (il 40%) o di
quelli con contratti a termine, come gli stagionali (il 20%).
Anche la dimensione aziendale sembra influire sull'utilizzo del
congedo di paternità: la percentuale dei padri che ricorrono a
tale strumento è infatti doppia tra quanti lavorano in aziende
con più di 100 dipendenti (80%), rispetto a chi lavora in
aziende con meno di 15 dipendenti (40%).
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