La rivoluzione dirigenziale in casa
Sampdoria ha portato anche alla nomina di un nuovo ds, Andrea
Mancini, figlio di Roberto, e già alla Samp la scorsa stagione.
"Per il mio ruolo non è facile entrare in corsa. L'unica cosa
che posso dire ai ragazzi è che mi metto a disposizione per loro
24 ore su 24. Cerchiamo di portare spensieratezza e sorrisi.
Devono venire qua e divertirsi. Il futuro nostro è il
Cittadella. Non esiste dopo Cittadella".
Un compito non semplice per Mancini, che ha ringraziato il
Barcellona dove stava lavorando adesso per avergli "dato
l'opportunità di tornare, per me era un'opportunità troppo
grande", e che ora dovrà assieme al tecnico Evani trovare le
mosse giuste per risollevare la squadra. "Sono fermamente
convinto che questa squadra abbia dei valori più importanti di
quanto visto fino ad oggi. Cosa è accaduto fino a lunedì non ci
deve interessare. Io sono convinto che lavorando con persone che
incarnano il valore della Sampdoria possa dare una mano ai
ragazzi. I valori tecnici dei giocatori non si discutono".
Come per Evani anche per Mancini junior aleggia la figura di
Roberto Mancini. "Per me non è un amico, è mio padre - scherza
Andrea Mancini -. Ha già detto tutto il presidente e papà: la
Samp è la sua seconda pelle. Ci starà vicino da amico del
presidente, da amico della Sampdoria e da genitore. Anche l'anno
scorso mi dava consigli".
E proprio in merito alla figura di Roberto Mancini il club
con una nota "ha ritenuto doveroso fare chiarezza. Mancini ha
inteso ribadire di non aver assunto alcun ruolo all'interno
dell'organigramma societario né di aver ricevuto incarichi
formali. La sua presenza ieri presso il centro sportivo
"Mugnaini" di Bogliasco testimonia la stima e la vicinanza nei
confronti della società, del presidente Matteo Manfredi, dello
staff tecnico e della squadra".
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