Il regista Laurence Dale si era fatto
apprezzare al Carlo Felice di Genova per la lucida rilettura del
"Sogno di una notte di mezza estate" di Britten, la passata
stagione. Un successo che ieri sera ha bissato firmando la
messa in scena di "Die Liebe der Danae", presentato per la prima
volta in Italia in lingua originale e in un allestimento
realizzato da una fondazione lirica italiana. Quando Strauss
compose "Die Liebe der Danae" si era in regime nazista e in
guerra. E nella sua lettura, senza alcuno stravolgimento, Dale
ha contestualizzato l'opera. Le immagini proiettate in bianco e
nero di aerei da guerra o di Strauss che passeggia nel verde di
Garmisch (e poi compare durante lo spettacolo, danzando pure il
valzer insieme ai "suoi" interpreti) richiamano i giorni della
creazione e sottolineano il significato del lavoro: il mito di
Danae che per amore rinuncia all'oro è una rivolta contro il
potere, nel segno di speranza per un mondo diverso. Sul piano
musicale "Die Liebe der Danae" è una partitura estremamente
complessa che mette a dura prova solisti, coro e orchestra. E va
detto subito che anche sotto questo aspetto lo spettacolo è
risultato davvero bello. Una delle caratteristiche dello stile
straussiano è l'esuberanza orchestrale, ravvisabile tanto nei
poemi sinfonici quanto nel suo teatro. "Die Liebe der Danae" ne
è una conferma straordinaria. L'orchestra, notevolmente ampia, è
chiamata a risolvere una scrittura quanto mai varia nei timbri,
nelle dinamiche, nei rapporti con il palcoscenico. Strauss non
ha lesinato slanci lirici: un melodismo il suo ampio, pieno, che
coglie con genialità i tratti caratteristici della storia e dei
personaggi. Strauss, insomma, al culmine della sua
pluridecennale esperienza crea una sintesi fra drammaturgia
musicale e drammaturgia teatrale assoluta regalando una
partitura che se non è fra le sue più famose ed eseguite,
certamente è fra le più profonde e complesse. Sul podio, come è
noto, era previsto Fabio Luisi che ha dovuto dare forfait per
problemi familiari. Michael Zlabinger, suo assistente, ha fatto
un lavoro egregio in buca e nel rapporto con il palcoscenico.
L'esuberanza sonora di Strauss ha creato qualche problema di
equilibrio, ma Zlabinger ha saputo nel complesso offrire belle
soluzioni interpretative. Il cast poggiava su due eccellenti
nomi quali Angela Meade autorevole Danae e John Matthew Myers,
generoso Midas. Non sempre inappuntabile Scott Hendricks che
nella parte di Jupiter ha avuto comunque alcuni felici momenti.
Completavano il cast Timothy Oliver (Merkur), Tuomas Katajala
(Pollux), Valentins Farcas (Xanthe), Anna Graf (Semele),
Agnieszka Adamczak (Europa), Hagar Sharvit (Alkmene), Valentina
Stadler (Leda). Da lodare coro e orchestra.
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