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Comitato parenti del Trivulzio: da marzo sono morti in 200 su 1000

Comitato parenti del Trivulzio: da marzo sono morti in 200 su 1000

'Silenzio da istituzioni, bisogna intervenire subito'

MILANO, 20 aprile 2020, 16:58

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"La situazione al Trivulzio è molto critica. Dalle informazioni non ufficiali che abbiamo raccolto da inizio marzo sono circa 200 gli anziani deceduti su 1.000 degenti, circa 200 sono quelli positivi al covid19, il personale è fortemente sotto organico, su 1.100 operatori sanitari quasi 300 sono a casa in malattia. Bisogna intervenire subito per salvare le vite dei nostri genitori e dei nostri nonni". è quanto scrive in una nota Alessandro Azzoni, portavoce del Comitato Giustizia e Verità per le vittime del Trivulzio, aggiungendo che "c'è un silenzio assordante da parte delle Istituzioni, a partire dalla Regione Lombardia, responsabile della gestione sanitaria".
    Azzoni non è ancora stato convocato dalla Procura ma sarà uno dei parenti degli ospiti del Trivulzio che verrà ascoltato dal pool guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano che sta indagando sulle rsa milanesi.
    "Siamo preoccupati anche per il personale sanitario - scrive - costretto a lavorare con turni massacranti. Le testimonianze che stiamo raccogliendo da parte dei parenti degli ospiti sono allarmanti. È in gioco la vita di persone fragili e indifese.
    Chi ha reali intenzioni di salvarle? Rivolgiamo questo appello alla politica e alla dirigenza del Pio Albergo Trivulzio.
    Attendiamo risposte immediate, il tempo per salvare i nostri cari è ormai scaduto".

 


   “Fondazione Don Gnocchi precisa di aver legittimamente esercitato il proprio diritto contrattuale di ‘non gradimento’ nei confronti della Cooperativa Ampast, ritenendo la presenza di alcuni loro lavoratori all'interno della struttura incompatibile e inopportuna dopo che gli stessi, a mezzo stampa e televisione, avevano espresso giudizi gravi e calunniosi, tali da ledere il rapporto fiduciario con la Fondazione”. Lo precisa in una nota la Fondazione Don Gnocchi.

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