Non capita spesso di avere come
padre "un pezzo d'Italia, un libro mastro di saggezza di vita":
così Angela Missoni ricorda suo padre Ottavio, mancato nel 2013,
nel centenario della sua nascita, avvenuta l'11 febbraio del
1921 a Ragusa di Dalmazia, oggi Dubrovnik.
Atleta, stilista, artista, Ottavio detto Tai è stato anche
sindaco del "Libero Comune di Zara in Esilio". Lui, che a 20
anni era stato fatto prigioniero a El Alamein, e che dopo 4 anni
di prigionia non aveva più una casa cui far ritorno, "ci diceva
che in prigionia era stato benissimo perché si era potuto
dedicare ai suoi hobby preferiti, leggere e dormire". Tornato in
Italia, Missoni aveva ripreso ad allenarsi ed era riuscito a
partecipare alle Olimpiadi del 1948. "Mi diceva sempre - ricorda
Angela - 'se hai la soluzione perché ti preoccupi? e se non ce
l'hai perché ti preoccupi?'". "Papà - prosegue Angela, che firma
le collezioni di famiglia - ci ha lasciato questo stile di vita,
questo modo di apprezzarla, grazie alla complicità di mia madre,
perché senza di lei avrebbe fatto altro. Lui non sopportava
troppo le responsabilità e ogni volta che arrivavano nuove
proposte le diceva 'Rosita, ma perché vuoi lavorare di più?
Tanto anche se guadagnassimo più soldi non avremmo tempo per
spenderli".
Serviva tempo per l'arte, come quella raccolta nella sala
degli Arazzi al museo Maga di Gallarate, e per gli amici, da
Bocca e Biagi a Fellini e Walter Chiari, ma anche quelli di
infanzia, con cui trascorreva le vacanze. "E poi era di un
fascino pazzesco. Per strada si giravano a guardarlo e io ero
orgogliosissima. Figli e nipoti hanno avuto la fortuna di
conoscerlo e viverlo, ora vorrei recuperare i filmati d'archivio
per i nipoti" ma chissà, magari anche per un film su questa vita
così straordinaria: "non manca proprio niente, mio padre -
conclude Angela - è davvero il personaggio di un film".
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