Ultima mostra inaugurata a Brera
per James Bradburne che, dopo 8 anni alla guida della Pinacoteca
e della Biblioteca, lascia l'incarico con un po' di tristezza,
ma "con grande soddisfazione", come racconta all'ANSA prima di
aprire 'Alpha beta - apprendere il greco in Italia', la nuova
esposizione della Braidense, visitabile fino al 9 dicembre.
"Sono stati 8 anni di grande impegno, abbiamo trasformato il
museo e la biblioteca, rimettendoli nel cuore della città, che
era il nostro obiettivo, quindi - dice il direttore, che si era
insediato il 5 ottobre 2015 - me ne vado con grande
soddisfazione. Ho lasciato un gruppo di lavoro capace di portare
questo progetto avanti, ovviamente c'è una certa tristezza,
perché Brera è stata al centro della mia vita per 8 anni".
Di tanti progetti in questi anni, uno solo non è stato ancora
portato a termine, ma Bradburne, che tanto si è battuto per
vedere realizzata al meglio la sede di Brera Modern, dice di non
avere rimpianti per quanto riguarda palazzo Citterio. Anzi,
scherza persino sui tanti rinvii che ne hanno ostacolato la
riapertura: "Non ho rimpianti, il ministro Sangiuliano ha detto
che sarà inaugurato entro il Natale 2024 ma non so, ho imparato
a costo mio - sorride - che c'è come una maledizione su quel
posto, forse era un cimitero dei monaci del 1300, c'è
sicuramente qualcosa, perché sono il dodicesimo direttore che ha
provato a farlo, non può essere attribuito alle carenti
competenze di 12 direttori, qualcosa c'è, spero che qualcuno
riesca ad aprirlo e non importa chi, che finisca questo percorso
perché la città lo merita".
Per Palazzo Citterio "non punto il dito contro nessuno, per
me - chiude l'argomento il museologo inglese - è una
maledizione, ci deve essere stata una strage o qualcosa di
simile lì sotto".
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