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Studio della Cattolica per promuovere il linguaggio inclusivo

Studio della Cattolica per promuovere il linguaggio inclusivo

Nelle aziende 'sfatare le false credenze e favorire l'empatia'

MILANO, 12 febbraio 2025, 16:28

Redazione ANSA

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Credenze errate, preoccupazioni, assenza di empatia. Ma anche presenza di emozioni negative, come l'ansia, capaci di influenzare per il 30% i comportamenti di accoglienza o di rifiuto nell'adozione del linguaggio inclusivo nei contesti aziendali. Sono alcune delle principali barriere che ostacolano l'uso di forme linguistiche 'attente e rispettose delle diversità' secondo lo studio 'Il linguaggio inclusivo tra resistenze e cambiamenti. I risultati della ricerca Words', coordinato da Claudia Manzi, docente di psicologia sociale all'Università Cattolica. L'indagine è stata realizzata in collaborazione con Diversity & Inclusion Speaking e con il sostegno del gruppo Mediobanca.
    "Questo studio dimostra che è possibile far abbassare le difese che le persone hanno rispetto a questo tema. In primo luogo, occorre avere un approccio che non sia prescrittivo del 'questo sì e questo no'. Inoltre, aiutare le persone a ragionare sull'evoluzione naturale che le lingue hanno e sugli effetti negativi che parole sbagliate possono avere sui nostri interlocutori, senza che possiamo rendercene conto", ha osservato Manzi. In sostanza, per promuovere il linguaggio inclusivo non basta fornire indicazioni su quali espressioni è opportuno o non opportuno usare in una sorta di vademecum.
    Occorre invece affrontare il tema con un approccio ampio, in grado di sfatare false credenze, promuovere emozioni positive come l'empatia e ridurre l'ansia per la paura di sbagliare.
   
   

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