Si è aperto oggi,
davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Busto Arsizio
(Varese), il processo a carico di Michele Caglioni, 21 anni, e
Douglas Carolo, 22, accusati di aver assassinato Andrea Bossi,
26 anni, con una coltellata al collo nella sua abitazione di
Cairate (Varese) la sera del 26 gennaio 2024.
I due giovani, ai quali la pm Francesca Parola, che ha
coordinato le indagini, ha contestato anche l'aggravante della
premeditazione, si sono sempre dichiarati innocenti accusandosi
s vicenda dell'omicidio. Tre le parti civili civili ci sono i
genitori e la sorella della vittima, assistiti dall'avvocato
Davide Toscani.
Rigettate le eccezioni delle difese, la Corte ha ammesso
prove e testi. Compresi i detenuti nel carcere di Busto Arsizio
(dove si trova Carolo) che avrebbero ricevuto confidenze sul
delitto da parte del 22enne. "Vogliamo dimostrare - spiegano gli
avvocati Nicolò Vecchioni e Luigi Ferruccio Servi, difensori di
Caglioni, che hanno citato i detenuti quali testimoni - che
Carolo ha avuto o tentato di avere contatti con l'esterno, in
particolare in relazione all'arma del delitto". Si tratta di un
coltello da cucina che gli inquirenti ritrovarono nel settembre
2024, a quasi 9 mesi dall'omicidio. "A nostro parere - spiegano
i difensori del 21enne - insistono fondati dubbi che quella
rinvenuta non sia davvero l'arma del delitto. In particolare
perché sul coltello non sono state trovate tracce biologiche
riconducibili a nessuno dei coinvolti, in particolare della
vittima".
L'udienza è stata aggiornata al prossimo 8 aprile quando,
come primo teste, sarà sentito il padre della vittima che trovò
il figlio assassinato nella propria abitazione.
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