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25 aprile: un murale dove fucilarono i ragazzi di via Botticelli

25 aprile: un murale dove fucilarono i ragazzi di via Botticelli

Presidente municipio,'impedite manifestazioni con saluto romano'

MILANO, 23 aprile 2025, 15:20

Redazione ANSA

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Giuseppe Bodria aveva sedici anni, Tullio Di Parti, Orazio Maron e Giancarlo Tunissi 18 quando furono prelevati e portati nella caserma di piazza Novelli a Milano, torturati perché sospettati di aver distribuito volantini al cinema Pace di corso Buenos Aires, e poi portati in piazza Occhialini, messi contro un muro e fucilati dal Battaglione Azzurro dell'aeronautica. Era il 6 gennaio 1945. E a 80 anni di distanza quel muro, di proprietà dell'università Statale, è diventato un murales che ricorda il loro sacrificio per la libertà.
    Si tratta di uno dei momenti principali delle iniziative per gli ottant'anni dalla Liberazione che il Comune ha voluto organizzare insieme a università, fondazione Feltrinelli, istituto Parri in una "alleanza - ha spiegato Luca Gibilini, delegato al coordinamento di Milano è Memoria - che coinvolge tutta la città", inclusa MM. "Un lavoro collettivo che ci rende orgogliosi" ha commentato la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi.
    "La memoria è efficace - ha aggiunto Serafino Sorace, il presidente dell'associazione OrMe - Orticamemoria che ha realizzato il murale con orticanoodles - quando è viva e diventa educazione alla pace". Ed è una testimonianza viva di quanto è successo il murale che non racconta solo la vicenda di questi ragazzi, i cui cadaveri furono trovati al mattino sulla neve inondata di sangue. Ma anche quello che accadde dopo, quando 'la Gianna' insieme al figlio di 12 anni decise l'8 marzo di mettere dei fiori dentro i fori lasciati sul muro dai proiettili, insieme a volantini del gruppo difesa delle donne. "La Gianna era la mia mamma ed era una partigiana" ha raccontato commosso Roberto Vallini, giornalista, ex consigliere regionale ma in questo caso soprattutto figlio. "Spero che un luogo come questo aiuti i giovani a capire cosa succedeva a ricordare una storia un po' bistrattata e a volte riscritta" ha aggiunto il presidente dell'Anpi milanese Primo Minelli.
    Opinione condivisa da Silvia Romani responsabile Public Engagement dell'università Statale, i cui ricercatori hanno anche realizzato una mappa cartacea e digitale dei luoghi della resistenza. "Auspichiamo che questo sia un luogo dove i ragazzi vengono per ricordare cosa è la memoria" ovvero "la prima forma di resistenza e di libertà".
    Qui a maggio, ha annunciato Gibilini, si farà una grande festa di quartiere ma nel frattempo dalla presidente del municipio Caterina Antola è arrivato un appello: "vigiliamo perché fra poco ci saranno manifestazioni in quartiere che richiamano in maniera orrenda quel periodo, in cui c'è ancora chi fa il saluto romano che è una cosa indecente". Un richiamo al tradizionale appuntamento del 29 aprile, in cui vengono ricordati Carlo Borsani, Sergio Ramelli e Enrico Pedenovi.
    "Spero e auspico che vengano impedite, controllate e condannate" ha concluso fra gli applausi.
   

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