(di Alessandra Massi) Luca Ronconi torna al Rossini Opera Festival di Pesaro, per il quale ha firmato alcune delle sue più "iconiche" regie, dall'ironico Viaggio a Reims al fantasioso Barbiere di Siviglia, alla spettacolarissima Cenerentola, con Armida, che inaugura la kermesse musicale il 10 agosto prossimo.
Per Ronconi si tratta in effetti di un doppio ritorno, dato che aveva già firmato un'altra produzione di Armida, ricca di citazioni cinematografiche ed effetti speciali e la maga di Tasso-Rossini trasformata in Marlene Dietrich, negli anni '90.
"Ma stavolta sarà tutto diverso" promette in una pausa delle prove, annunciando un allestimento più semplice e "simbolico", ma molto fantasioso. Il libretto è tratto, molto liberamente, dalle storie della Gerusalemme liberata. E la produzione, con le scene di Margherita Palli e i costumi di Giovanna Buzzi, ha risolto la prima parte, ambientata nel campo dei guerrieri cristiani, "con riferimenti all'opera dei pupi siciliani"; la seconda parte, in cui la maga Armida esercita tutti i suoi incantesimi, è "magica, ma qui la magia non può che essere illusione, con la scena sparsa di paccottiglia che si illumina ogni tanto di illusorio lucore". Ronconi è particolarmente soddisfatto delle danze, "venti minuti nel secondo atto che hanno sempre creato difficoltà ai registi: con il coreografo Michele Abbondanza abbiamo deciso di raccontare gli episodi eroici della Gerusalemme liberata che fanno da sfondo, ma non sono nel libretto". E cioè le armi e i cavalieri del poema di Torquato Tasso, "contenuti in un libro letto da Rinaldo e Armida". Habitué del Rof, Ronconi condivide la filosofia del festival: massimo rigore filologico nella musica, massima libertà nella regia e nella parte visiva. "Ma comunque - riflette il regista che negli anni '70 del Novecento portò la prosa nei palasport e lo scompiglio nei teatri lirici con letture rivoluzionarie - oggi direi che la regia è abbastanza libera dappertutto. Anzi, se ne vedono di tutti i colori. E se non se ne vedono, la gente si lamenta e dice che non c'è regia". Il regista è prodigo di elogi per il cast: Carmen Romeu, nel ruolo del titolo, Antonino Siragusa (Rinaldo), Dmitry Korchak, Carlo Lepore, con il maestro Carlo Rizzi alla guida di orchestra e coro del Teatro Comunale di Bologna. Sono "ben preparati" e la protagonista "canta e recita molto bene e sensatamente". I cantanti lirici oggi sono più duttili e attenti alle esigenze sceniche: "la differenza c'è (rispetto a qualche anno fa, ndr) ed è positiva. E' giusto che ogni cantante oggi si ponga il problema della dignità della recitazione, che è importante sì, ma che non dovrebbe essere messa in primo piano rispetto alla musica". Dopo la full immersion pesarese nell'opera, Ronconi torna alla prosa, al Piccolo Teatro di Milano con la Lehman Trilogy di Stefano Massini, in scena a gennaio.
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