(di Silvia Lambertucci) Arrivata al clamore nell'ottobre 2013, con un articolo di Sette e del Corriere della Sera, la vicenda del ritratto di Isabella d'Este e della sua attribuzione a Leonardo è stata da subito accompagnata da polemiche e contestazioni. E forse non poteva essere altrimenti, visto che se con le nuove perizie annunciate oggi si arrivasse ad una conferma definitiva, si tratterebbe dell'unico dipinto di Leonardo eseguito su tela, un'opera dunque dal valore davvero inestimabile, tanto più che sull'esistenza stessa di questo ritratto, tanto desiderato e tanto ostinatamente richiesto dalla bella e colta Isabella moglie di Francesco II Gonzaga, non c'è mai stata certezza. Una storia intricata, che comincia nel 1499, quando Leonardo fugge da Milano che sta per cadere nelle mani dei francesi.
L'artista si rifugia a Mantova, accolto proprio da Isabella, che aveva visto il Ritratto di Cecilia Gallerani e lo aveva apprezzato al punto da chiederne uno anche lei. Difficile dirle di no. Leonardo - e questo è certo - la eternò in un disegno, un cartone che ora è al Louvre, e poi anche in un altro disegno, fatto in studio e tratto dal primo cartone. Ma Isabella contava su un vero ritratto "de colore" e per sei anni assillò in vario modo l'artista che nel frattempo aveva lasciato la sua corte. La tela sequestrata oggi da Guardia di finanza e carabinieri dei beni culturali sarebbe quindi la prova provata che alla fine la promessa di Leonardo fu mantenuta. Secondo Carlo Pedretti, da molti ritenuto il più grande esperto vivente dell'artista toscano, il dipinto sarebbe stato realizzato a Roma, nell'ultimo periodo di attività del maestro.
"Nell'ottobre del 1514 - scrive l'esperto nella relazione citata un anno fa dal Corriere della Sera - Isabella D'Este veniva alloggiata in Vaticano, ospite dello stesso papa e di Giuliano de' Medici, per cui e' impensabile che non abbia voluto rivedere Leonardo (lo aveva ospitato quando Leonardo era fuggito da Milano in seguito all'invasione dei francesi nel 1499 e gli aveva strappato la promessa di un ritratto). Di qui l'origine di questo eccezionale dipinto nel quale non esito a riconoscere l'intervento di Leonardo particolarmente nella parte del volto".
Il dibattito comunque è aperto. Perché, con buona pace del prestigio di Pedretti, altri esperti si sono dichiarati scettici. Come Martin Kemp, anche lui studioso di riconosciuta fama mondiale, secondo cui a sconfessare la scoperta bastano la documentazione e i disegni sopravvissuti di Leonardo a Isabella.
In Italia l'attribuzione è stata bocciata senza appello da Tomaso Montanari, secondo cui la tela potrebbe "essere una copia forse del vero ritratto andato perduto", e da Vittorio Sgarbi, che l'ha definita "una crosta di nessun valore, senza volume né chiaroscuro".("E' una ciofeca" ribadisce anche oggi).
Tant'è, Eugenio Solari, il pittore lombardo che ha dedicato tutta la vita allo studio di Leonardo e che è stato il primo a "scoprire" nella collezione della famiglia italiana il ritratto di Isabella d'Este e lo ha portato a Pedretti, respinge le critiche e sottolinea che lui e Pedretti sono anche i soli ad avere avuto la tela concretamente sotto gli occhi. Mentre ricorda i dubbi che hanno accompagnato anche la Bella Principessa, dipinto su pergamena attribuito a Leonardo da Kemp.
Il ritratto di Isabella d'Este, scrive sul suo sito online "E' su tela e si tratta senza ombra di dubbio di quello iniziato da Leonardo sulla base del cartone oggi al Louvre col quale è perfettamente sovrapponibile e che tutti gli esami eseguiti da ben tre laboratori diagnostici possono confermare. Oltre a tutti questi esami - aggiunge -è stato effettuato anche il radiocarbonio 14 che risulta essere simile a quello effettuato sulla pergamena della Bella Principessa recentemente attribuita a Leonardo... chi contesta la validità dell'Rc14 e considera giusta l'attribuzione della Bella Principessa usa due pesi e due misure".
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