Collaborazione agli scavi archeologici sul Monte Croce ad Arcevia, decoro urbano, giardinaggio e carpenteria, lavori volontari e integrativi rispetto a quelli già forniti dalle amministrazioni. Sono alcune attività previste dai Comuni dell'Ambito sociale 10 di Fabriano e di Arcevia nell'ambito di due protocolli gemelli siglati con la Prefettura di Ancona per lo svolgimento di attività di volontariato di richiedenti asilo. Un'esperienza analoga è già in corso in provincia di Pesaro Urbino. Nelle Marche sono presenti attualmente 2.736 migranti (819, pari al 29%, ad Ancona), arrivati in Italia con gli sbarchi via mare nelle regioni del sud. "Ci sono due modi per affrontare il dramma dei flussi migratori - ha osservato il prefetto Raffaele Cannizzaro -: paura che siano compromessi principi, sicurezza di una comunità, o gestione del fenomeno con consapevolezza, saggezza, comprendendone le cause". In attesa che si concluda la procedura di riconoscimento dei rifugiati, il protocollo si propone, in un'ottica di massima integrazione, di "costruire percorsi di conoscenza del contesto sociale in cui i migranti vengono accolti, con attività e servizi resi volontariamente alla collettività ospitante". La firma è stata apposta dal prefetto e dai sindaci Giancarlo Sagramola (primo cittadino di Fabriano e presidente del comitato sindaci dell'Ambito 10), Tommaso Borri (Serra San Quirico), Giuseppe Medardoni (Genga), Ugo Pesciarelli (Sassoferrato), Giovanni Porcarelli (Cerreto D'Esi) e Andrea Bomprezzi (Arcevia).
Per Cannizzaro "il compito delle amministrazioni è gestire la situazione con tranquillità e saggezza, per evitare che al dramma di persone che fuggono si sommi il dramma di mettere a repentaglio l'incolumità della comunità". Quanto agli allarmi di vario tipo ("ingestibilità economica, ordine e sicurezza, pandemia") sollevati da più parti in tema di flussi migratori, secondo Cannizzaro sono "ingiustificati, sono stupidaggini propinate ai cittadini sperando che siano disattenti".
L'esperienza di integrazione nella zona di Fabriano era dovuta al lavoro nelle fabbriche, ha ricordato Sagramola: "oggi il catalizzatore è la libertà personale". I migranti "non sottrarranno lavoro a nessuno, svolgeranno attività integrative e gratuite rispetto a quelle che il Comune già eroga". Uno dei progetti che riguarderà a turno quattro migranti è l'aiuto non specialistico negli scavi sul Monte Croce ad Arcevia in collaborazione tra Comune, Soprintendenza archeologica, Prefettura e Università della Sapienza di Roma. La Prefettura sta anche lavorando a protocolli con Regione e Anci e attende, ha detto Cannizzaro, "di capire quali siano le disponibilità delle diocesi per individuare un percorso. Un conto è avere la disponibilità delle famiglie - ha chiosato -, un conto è organizzare il percorso".
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